UNIV, una guida per l’evoluzione delle società di sicurezza
intervista a Anna Maria Domenici, Presidente di UNIV - Confedersicurezza
Come viene affrontato il processo di evoluzione delle società di sicurezza nell’ambito di UNIV, una delle associazioni più rappresentative del settore?
Noto con piacere che nella domanda si parla di società di sicurezza e non di istituti di vigilanza privata. Il vero cambio di passo nell’evoluzione del settore è stato infatti la capacità – non scontata - del settore di abbracciare logiche tipicamente d’impresa pur restando nel perimetro giuridico e amministrativo di realtà soggette ad autorizzazione di polizia e alla vigilanza delle istituzioni tutorie.
Bilanciare conto economico e limiti operativi spesso pervasivi richiede capacità manageriali e organizzative non indifferenti. In questo scenario, diventa ancora più complicato reagire agli stress test cui è stato sottoposto l’intero mercato mondiale con gli scossoni degli ultimi anni. Covid, guerre e incertezza finanziaria hanno presentato il conto anche alle nostre imprese: ciò che sorprende è l’incredibile resilienza di questo settore, spesso ingiustamente accusato di staticità.
Certamente c’è ancora molto da fare, ma il percorso verso l’imprenditorialità ormai è netto e tangibile.
Quali sono i nuovi ambiti operativi che interessano maggiormente i vostri associati?
Le riporto i dati appena rilasciati da Format Research nell’annuale Osservatorio ConFederSicurezza, cui appartiene UNIV, promosso anche da Fondazione Asfaleia. I servizi “istituzionali”, ossia quelli che rappresentano il core business storico del settore, restano saldi al 75,6% della composizione dell’offerta. Mi riferisco a vigilanza armata e disarmata, piantonamento, pattuglia, scorta valori, etc..
La parte di servizi restante è riferita ad estensioni “laterali” della licenza di polizia (penso a stewarding, “ex buttafuori”, attività di consulenza e investigazione), ma anche a servizi ITC ad alta tecnologia come cyber security e sicurezza informatica. Interessante il dato relativo agli investimenti programmati per il prossimo biennio, tra i quali si segnalano investimenti per l’acquisizione di sistemi avanzati di sicurezza e videosorveglianza, vigilanza con uso di droni, unità cinofila, servizi investigativi avanzati come OSINT o HUMINT e antipirateria marittima – quest’ultima però ancora marginale.
Quanto ai mercati di riferimento, notiamo un’attenzione più alta del target residenziale; i mercati tipicamente commerciali e la PA restano però il bacino elettivo di riferimento delle nostre imprese.
E quali sono le soluzioni e i servizi innovativi più utilizzati?
Il mercato reagisce con interesse ad un’offerta di sicurezza a 360° capace di integrare la componente umana con la soluzione tecnologica e la sicurezza fisica con quella cyber, ma anche la security con la sicurezza sul lavoro e la safety (penso ad esempio alla richiesta sempre più alta di operatori con formazione antincendio di base).
Nel contempo, l’offerta di “vigilanza come servizio”, che si sta stagliando ormai da anni, impone l’implementazione di centrali d’allarme evolute e caratterizzate da algoritmi ad intelligenza artificiale che semplifichino, affinino e snelliscano il lavoro degli operatori, minimizzando gli allarmi impropri e lo stesso errore umano. Naturalmente questo tipo di servizi innovativi esige anche una formazione altrettanto evoluta del personale.
Quale può essere il supporto al cambiamento che può dare un’associazione di categoria dinamica come UNIV?
UNIV sta portando avanti battaglie cruciali, come la defiscalizzazione dei servizi, l’apertura agli operatori di sicurezza privata della protezione della persona fisica o la vigilanza nei compound militari all’estero.
Un altro tema al centro dell’azione associativa è il monitoraggio delle gare d’appalto e la segnalazione delle offerte anomale, perché gli affidamenti al massimo ribasso, oltre a compromettere la qualità dei servizi, potrebbero mettere a repentaglio anche la tenuta occupazionale delle imprese più sane.
Ci battiamo inoltre per la sicurezza degli operatori, di estrema attualità in un contesto di assalti sempre più efferati a caveaux e portavalori. Per questo stiamo partecipando ad un tavolo tecnico che coinvolge il Gabinetto del Ministro dell’Interno, i Sottosegretari di Stato, il Dipartimento di PS, i rappresentanti di Banca Italia e dei sindacati della vigilanza privata.
Ma il nostro primo obiettivo resta quello di promuovere la professionalità del settore lavorando per l’adozione di standard di qualità elevati, incoraggiando la formazione continua dei nostri operatori, la diffusione di migliori pratiche e l’aggiornamento costante delle tecnologie a disposizione. Questo permetterà di affrontare nuove sfide e nuovi mercati, garantendo l’erogazione di servizi sempre più all’avanguardia.
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