Negozi e banche, una nuova alleanza per il contante: il retail si fa infrastruttura finanziaria
di Giuseppe Naro, Senior Security & Loss Prevention Manager (Federdistribuzione)
Nel silenzio con cui spesso avvengono le trasformazioni più profonde, il sistema finanziario italiano sta vivendo un cambiamento strutturale che ridefinisce le modalità di accesso ai servizi bancari. Non più solo sportelli e ATM, ma una rete sempre più estesa di esercizi commerciali – supermercati, tabaccherie, farmacie – che diventano veri e propri snodi finanziari. A spingere questa evoluzione è l’integrazione tra il settore bancario e quello retail, con al centro un protagonista che molti avevano già dato per superato: il contante.
Il quadro di partenza è noto e documentato. La chiusura delle filiali bancarie, accelerata da processi di digitalizzazione e razionalizzazione dei costi, ha lasciato ampie aree del territorio italiano prive di presidi bancari. Secondo i dati ABI, solo nel 2024 sono stati chiusi 508 sportelli bancari, portando il totale delle filiali attive a poco più di 19.000. Il fenomeno non riguarda solo i piccoli centri: molte aree suburbane e persino urbane vedono ridursi drasticamente l’accessibilità fisica ai servizi bancari.
Allo stesso tempo, in un Paese in cui il contante continua a rappresentare una quota significativa delle transazioni al dettaglio, l’accesso al denaro liquido resta una necessità concreta. Nonostante la crescita costante dei pagamenti digitali, i dati della Banca d’Italia confermano che il contante è ancora molto diffuso, in particolare tra le fasce di popolazione meno digitalizzate o in contesti di microeconomia locale.
È in questa cornice che le soluzioni di Bank-in-Shop e Cash BAI (Bank Access Interface) stanno assumendo un ruolo strategico. Si tratta di modelli tecnologici che permettono ai clienti di prelevare contante presso esercizi convenzionati, o agli esercenti di versare l’incasso direttamente in cassa, attraverso un’infrastruttura bancaria integrata nel punto vendita. Il tutto avviene in modo tracciato, sicuro e conforme alle normative antiriciclaggio.
L’adozione di queste soluzioni è in rapida crescita. Alcuni dei principali operatori retail hanno già attivato circuiti di prelievo in collaborazione con istituti bancari e fintech autorizzate. La logica è quella della prossimità: offrire al cittadino la possibilità di accedere ai propri fondi durante la normale attività quotidiana, senza dover cercare uno sportello o un bancomat. Un modello che, oltre a migliorare l’accessibilità, contribuisce a ridurre l’affollamento degli sportelli ancora attivi e ottimizza la gestione del contante per gli stessi esercenti.
Il vantaggio è distribuito su più livelli. Le banche possono mantenere una presenza diffusa sul territorio senza i costi infrastrutturali delle filiali tradizionali. I negozi, a loro volta, rafforzano il proprio ruolo all’interno della comunità, offrendo un servizio ad alto valore percepito. Il cliente finale beneficia di una maggiore comodità e flessibilità nell’uso del proprio denaro.
Dal punto di vista tecnologico, la chiave di volta è l’integrazione via API tra i sistemi bancari e i terminali del punto vendita. Le operazioni avvengono in tempo reale, con autenticazione sicura e tracciabilità completa. Si tratta di un’applicazione concreta della cosiddetta open banking, in cui la banca apre parte delle proprie funzioni a soggetti terzi regolamentati, al servizio di un’esperienza utente più fluida e personalizzata.
Questa evoluzione si inserisce in una più ampia riflessione sul ruolo del contante nell’economia contemporanea. Lungi dall’essere un semplice residuo del passato, il denaro fisico continua a svolgere una funzione di inclusione, riserva di valore e strumento di libertà economica. La sua gestione, tuttavia, richiede oggi un’infrastruttura più agile e sostenibile, capace di dialogare con l’ecosistema digitale senza rinnegare la sua utilità sociale.
La sinergia tra mondo bancario e mondo retail rappresenta una risposta pragmatica e innovativa a questa esigenza. Un esempio virtuoso di collaborazione pubblico-privata in grado di rafforzare il presidio territoriale dei servizi finanziari e di valorizzare asset già presenti e capillari, come la rete commerciale. Il negozio, luogo per eccellenza del quotidiano, diventa così anche presidio di cittadinanza finanziaria.
Il risultato è un modello ibrido che non sostituisce, ma integra. Non elimina la banca fisica, ma la rende più leggera e distribuita. Non rifiuta il contante, ma lo adatta a una nuova logica di servizio. E nel farlo, costruisce una finanza più accessibile, concreta e vicina alle reali esigenze del Paese.