Norme UNI sui servizi ausiliari, cosa si aspettano i security manager della grande utenza
Iniziamo con Giuseppe Naro, senior security & loss prevention manager di un retailer internazionale nonché vice presidente del Laboratorio per la Sicurezza, un giro di opinioni di senior security manager sulla nuova situazione del comparto dei servizi di sicurezza, sulle richieste e le aspettative nei confronti dei partner. L'importanza della formazione e delle certificazioni.
Cosa vi attendete come security manager dei grandi marchi del retail dall'entrata in vigore delle nuove norme UNI sui servizi ausiliari alla sicurezza?
L’entrata in vigore delle nuove norme UNI sui servizi ausiliari alla sicurezza rappresenta un punto di svolta significativo per i grandi marchi del retail e per la gestione della sicurezza all’interno dei loro punti vendita. Come security manager, ci attendiamo che queste nuove norme portino a una serie di benefici tangibili e miglioramenti sostanziali nella nostra pratica quotidiana.
In primo luogo, le norme UNI forniranno una base normativa chiara e ben definita per la gestione della sicurezza, offrendo linee guida standardizzate che possono essere adottate e implementate in modo uniforme. Questo contribuirà a garantire una maggiore coerenza nelle pratiche di sicurezza e a ridurre la confusione o l’incertezza riguardo ai requisiti di sicurezza da seguire.
In secondo luogo, ci aspettiamo che le stesse favoriscano una maggiore trasparenza e responsabilità nella gestione della sicurezza. Con criteri chiari e ben definiti per la valutazione delle prestazioni dei servizi ausiliari alla sicurezza, saremo in grado di misurare e valutare in modo più accurato l’efficacia delle nostre operazioni di sicurezza e identificare eventuali aree di miglioramento.
Inoltre, le norme UNI dovrebbero promuovere una maggiore collaborazione e coordinazione tra le diverse parti interessate nella sicurezza, compresi i fornitori di servizi ausiliari, le autorità competenti e altri stakeholder. Questo approccio integrato alla sicurezza favorirà lo scambio di informazioni e migliori pratiche, consentendo una risposta più efficace agli incidenti di sicurezza e una gestione più efficiente delle emergenze.
In conclusione, come security manager, vediamo l’entrata in vigore delle nuove norme UNI come un’opportunità per migliorare la qualità e l’efficacia della nostra gestione della sicurezza nei punti vendita, promuovendo un ambiente più sicuro e protetto per tutti.
A livello internazionale sembra che la serietà della formazione lasci molto a desiderare. Come si dovrebbe fare in Italia?
L’importanza della formazione nel settore della sicurezza è cruciale e i recenti casi di formazione inadeguata segnalati a livello internazionale mettono in evidenza la necessità di affrontare questa sfida con determinazione anche in Italia; per far fronte a questa situazione, è essenziale adottare un approccio completo e rigoroso alla formazione e alla certificazione dei professionisti della sicurezza. Una serie di misure possono essere implementate per garantire la qualità e l’efficacia della formazione:
Innanzitutto, la standardizzazione dei requisiti di formazione è fondamentale. Definire standard chiari e dettagliati, basati sulle migliori pratiche internazionali e sviluppati in collaborazione con esperti del settore, permetterebbe di fornire ai professionisti della sicurezza una base solida di conoscenze teoriche e competenze pratiche.
In secondo luogo, è necessario sottoporre gli enti che offrono corsi di formazione a un rigoroso processo di accreditamento. Questo assicurerebbe che i corsi rispettino gli standard stabiliti e offrano un livello elevato di qualità.
Il monitoraggio e la valutazione continua giocano un ruolo fondamentale nel garantire che i professionisti della sicurezza mantengano le loro competenze e siano sempre aggiornati sulle ultime pratiche e tecnologie.
Infine, la collaborazione con istituzioni accademiche e settore privato è essenziale per garantire che la formazione offerta sia allineata alle esigenze del mercato del lavoro e che i professionisti della sicurezza siano dotati delle competenze necessarie per affrontare le sfide del settore.
In conclusione, un approccio integrato che includa standardizzazione, accreditamento, monitoraggio continuo e collaborazione è essenziale per migliorare la qualità e la serietà della formazione nel settore della sicurezza in Italia. Solo attraverso queste azioni possiamo garantire che i professionisti della sicurezza siano adeguatamente preparati a svolgere il loro ruolo nella protezione delle persone, delle proprietà e delle informazioni.
Cosa chiedete ai partner che vi forniscono tecnologia in termini di informazione sulle innovazioni?
Nel panorama della sicurezza fisica, il partenariato con i fornitori tecnologici emerge come un aspetto cruciale per mantenere un’efficace linea di difesa. La nostra richiesta ai protagonisti del settore è chiara e ambiziosa: desideriamo essere costantemente aggiornati sulle più recenti innovazioni e soluzioni disponibili, al fine di potenziare continuamente le nostre strategie di protezione.
Tuttavia, riconosciamo che l’adozione e l’integrazione di nuove tecnologie possono presentare sfide complesse e pragmatiche. Pertanto, non ci aspettiamo solamente che i nostri partner ci offrano consulenza e supporto durante la fase di implementazione, ma ci attendiamo anche un coinvolgimento attivo nel garantire una transizione senza intoppi. Vogliamo che ci guidino attraverso il processo di integrazione delle loro soluzioni nel nostro contesto operativo, assicurandoci che esse possano essere sfruttate appieno e con successo.
Il rapporto di partnership costituisce un cardine fondamentale nella nostra missione di garantire un ambiente sicuro e protetto; affidandoci alla loro esperienza e competenza, possiamo capitalizzare appieno le più recenti innovazioni nel campo della sicurezza fisica, garantendo un efficace presidio delle nostre risorse e strutture.
Per ultimo, come potrebbe influire la AI?
Nel vasto panorama della sicurezza, l’intelligenza artificiale emerge come una forza trasformativa destinata a ridefinire le nostre strategie di protezione. Da security manager, vedo nell’AI non solo uno strumento potente, ma un vero e proprio alleato capace di portare la nostra sicurezza a nuovi livelli. L’applicazione dell’AI promette di rivoluzionare la nostra capacità di prevenire e contrastare le minacce grazie agli algoritmi avanzati e alla capacità di analizzare enormi quantità di dati permettendoci di individuare pattern e comportamenti anomali con una precisione e una rapidità senza precedenti. Questo ci consente di anticipare e neutralizzare le minacce prima che possano trasformarsi in pericoli concreti per la sicurezza.
E se promettesse di ottimizzare la nostra risposta agli eventi critici? Credo che con la sua abilità di elaborare dati in tempo reale, l’AI può fornirci raccomandazioni e indicazioni immediate per migliorare le nostre strategie di intervento; in questo modo, possiamo reagire con prontezza ed efficacia, minimizzando i danni e proteggendo le persone e le risorse coinvolte. Immaginiamo se grazie a sistemi automatizzati di monitoraggio e controllo, essa può ottimizzare l’allocazione delle risorse e migliorare l’efficienza complessiva delle nostre operazioni. Questo significa poter garantire una protezione più ampia e una gestione più efficiente delle risorse a nostra disposizione.
Tuttavia, è fondamentale garantire la trasparenza e l’etica nei processi decisionali dell’AI, così come proteggere la privacy e i diritti delle persone coinvolte ed è inoltre essenziale valutare attentamente i rischi associati a una dipendenza eccessiva dall’AI, cercando sempre di mantenere un equilibrio armonioso tra automazione e intervento umano.
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