Gli insegnamenti della pandemia per la prevenzione dei rischi
di Luigi Rubinelli, consigliere delegato di Conforti SpA
“Sopravvive chi pensa e provvede in tempo” era il titolo di un libretto di difesa nucleare il cui contenuto faceva sorridere, ma questa frase è piena di quel buon senso che fa la differenza tra chi subisce le situazioni e chi invece le affronta.
Senza entrare nell’interpretazione letterale, è evidente che esprime un concetto che, declinato nelle varie situazioni di rischio che potremmo dover affrontare, ci predispone alla riduzione di un danno.
In maniera meno drammatica è il motto dei Boy Scouts "Sii Preparato" = "pensaci prima", "sappi prevenire".
Ridicolo? No, per niente. Noi che lavoriamo nel mondo della sicurezza abbiamo acquisito sensibilità acute per quello che riguarda la prevenzione.
Dobbiamo e sappiamo pensare oltre all’opinione comune tant’è vero che spesso, per dare una idea di questa differenza, cito l’esempio dell’approccio alla progettazione di un elettrodomestico per la quale si cercano solo le soluzioni di affidabilità funzionale e antinfortunistica.
Nella progettazione di un prodotto di sicurezza dobbiamo andare oltre, dobbiamo pensare a come impedire che un’intelligenza riesca a non fare funzionare il prodotto o il sistema, che lo possa manomettere, che possa simulare azioni per frodare.
E’ un mestiere che mette in gioco due intelligenze contrapposte. L’una vuole deludere l’altra.
La nostra esperienza è impregnata di casi accaduti, alcuni riusciti alcuni no, siamo attenti all’evoluzione tecnologica di attrezzi e dispositivi high tech e non di meno ai mutamenti delle condizioni sociali, delle abitudini e degli ambienti, tutte variabili che possono influenzare le possibilità che un pericolo si verifichi.
Questo induce una considerazione sull’attuale esigenza sanitaria che ci ha colti impreparati: un dramma del nostro tempo che però è già accaduto nel tempo e sicuramente si ripresenterà, magari sotto altre sembianze.
Come sarebbe andata se ognuno di noi avesse avuto le mascherine a disposizione già dai primi casi accertati di Covid-19?
Ancora, cosa ne sarebbe stato di questo periodo appena vissuto se si fosse insinuato anche un “Cobit-19” o un blackout di internet? Avremmo vissuto uno scenario impensabile oltre al lock down, bancomat fermi, pagamenti impossibili, comunicazioni incerte. Una situazione simile la potremo anche definire impossibile, ma è solo scaramanzia.
I pericoli esistono e sono situazioni oggettive che possono accadere ed arrecare danno come no. Ci sono pericoli evidenti, ce ne sono di meno evidenti e indiretti, ma tutti hanno un potenziale di accadimento e dannosità che può variare da situazione a situazione.
Quindi il rischio di accadimento di un dato pericolo non è necessariamente uguale per tutti ed è per questo che serve una consapevolezza dei pericoli incombenti e una valutazione del rischio specifica per ogni caso.
Il fatto che l’imprevedibile non possa accadere è dovuto solo al fatto che non vogliamo che accada, ma non è l’atteggiamento corretto per chi deve garantire la nostra sicurezza, qualcuno ci deve pensare, deve dare una dimensione alla possibilità che certi pericoli possano trasformarsi in eventi dannosi e deve pensare e provvedere per tempo.
Allora, sdrammatizzando un po’ il titolo del libretto, consideriamo nostro il motto “Vivrà meglio chi pensa e provvede in tempo”.