Oil & Gas, profili criminali e security aziendale nel downstream

di Franco Isola, CAE – CSO Italiana Petroli Gruppo API

La parte downstream del settore petrolifero attira da anni l’interesse della criminalità organizzata e non.

Diverse sono infatti le aree di business attenzionate dai criminali, di cui riporto alcuni esempi.

Nel 2021, con l’operazione “Petrol mafie”, quattro Direzioni distrettuali antimafia mettevano fine al commercio illegale di carburante (proveniente soprattutto dai paesi dell’Europa dell’Est) divenuto, per il sodalizio criminale, un’attività più remunerativa del traffico di stupefacenti.

Il traffico illegale dei carburanti aveva una ricaduta nei confronti di tutti gli attori: il mercato legale, l’erario con una perdita erariale annuale di svariati miliardi di euro, i clienti finali attratti dal prezzo particolarmente basso ma ignari della scadente qualità dei prodotti e dei danni che provocavano.

Altro fenomeno criminale che ha interessato ed interessa tuttora il settore è rappresentato dagli attacchi agli oleodotti, il sistema sotterraneo di condutture che permettono il trasferimento di greggio e prodotti finiti anche verso infrastrutture critiche quali, ad esempio, porti e aeroporti. In questo caso, l’evento predatorio si consuma mediante attacco fisico alle tubazioni con possibile danno ambientale, oltre al furto di prodotto) Nel 2019 le forze dell’ordine avevano arrestato 17 soggetti definiti i “Vampiri del gasolio”; ma le cronache degli ultimi giorni riportano una nuova stagione di attacchi.

Si potrebbe continuare con altre tipologie di delitti quali la “rapina di autobotti” , l’adulterazione e/o contraffazione di prodotti, l’appropriazione indebita, l’accesso abusivo ad un sistema informatico etc. sino ad arrivare agli attacchi predatori agli ATM/OPT (outdoor payment terminal).

Solo per dare qualche numero, su circa 800 punti di vendita a gestione diretta IP, nel 2023 le transazioni con contante sono state il 34% del totale delle vendite, pari a circa 700 milioni si euro. Quindi anche gli OPT sono obiettivi interessanti per i criminali.

E’ importante evidenziare che, dall’analisi dei diversi eventi, si distinguono profili criminali più o meno organizzati e specializzati con caratteristiche peculiari ma anche punti di vulnerabilità specifici, dal momento che anche gli attaccanti non sono invulnerabili.

Sia nel caso delle operazioni “Petrol Mafie” che “Vampiri del gasolio” i profili criminali si caratterizzano per una spiccata capacità tecnica assicurata da professionisti, anche “colletti bianchi” al soldo delle organizzazioni criminali.

Discorso diverso è il profilo dei predatori degli ATM/OPT che si distinguono per violenza e brutalità, incuranti non solo dei danni indiretti agli impianti ma anche dell’eventuale presenza nell’area circostante al target di clienti/avventori. Solitamente sono poco informati dell’importo in contante presente nella cassaforte e prediligono obiettivi ubicati in territorio extraurbano che garantiscono una o più vie di fuga.

Di fronte a questa tipologia di attaccanti, è inutile alzare muri e fortificazioni perché arriveranno sempre più agguerriti provocando danni sempre più devastanti, similmente a quanto avviene per gli ATM del sistema bancario. Nei periodi peggiori, si è arrivati a 3-4 attacchi per weekend con danni gravi alla struttura delle stazioni di rifornimento. In alcuni episodi, laddove le difese fisiche dell’OPT erano particolarmente importanti (vere e proprie gabbie), gli attaccanti arrivavano con l’esplosivo incuranti della presenza di prodotti particolarmente infiammabili.

Quindi, di fronte a questo profilo criminale deve corrispondere un diverso approccio della security aziendale che, in termini di prevenzione/reazione, deve optare per difese adeguate e proporzionali ma senza alzare, involontariamente, il livello degli attacchi.

In tal senso, per quanto riguarda la nostra esperienza, negli anni abbiamo affrontato diverse modalità di eventi a cui abbiamo dovuto adattare la nostra strategia di difesa e reazione, non ultima l’aumento dei ritiri giornalieri dei valori. Soluzione di emergenza e, quindi, non praticabile in maniera strutturata visto l’impatto sulla sostenibilità del business in termini di costi e ricadute sull’ambiente.

Tali circostanze ci hanno portato a migliorare il nostro approccio in termini di tempestività di analisi (sistemi CCTV fondamentali), revisione delle difese (fisiche/tecnologiche/procedurali) ed avvio di attività investigative interne.

Quindi, considerando che il contante continuerà a far parte delle nostre vite, è necessario che la Security aziendale operi su due versanti: da una parte dialogare con i fornitori degli ATM/OPT affinché le attrezzature prevedano nativamente delle difese fisiche/tecnologiche adeguate rispetto agli attacchi predatori (anche di natura cyber); dall’altra implementare attività investigative interne per “collezionare” informazioni/dati e tutto quanto necessario al fine di avviare una fattiva ed efficace collaborazione con le FF. di Polizia.

 

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