Contante in negozio, cosa cambierà per i CIT e la sicurezza fisica del Retail

editoriale di essecome

La questione è importante, il cambiamento in arrivo riguarderà molti aspetti della sicurezza fisica ma anche della sicurezza pubblica, delle abitudini dei consumatori e, non ultimo, del futuro degli operatori del CIT.

Partiamo da alcune premesse che potrebbero sembrare banali:
1. I criminali predatori (ladri e rapinatori) cercano prede di valore, facili da portar via e veloci da riciclare.
2. Poiché nulla più del denaro contante possiede queste caratteristiche tutte insieme, per i predatori le banconote sono da sempre la preda più ambita da cacciare ovunque si trovi.
3. Le banche, nate per gestire e custodire il denaro, sono state il principale, storico obiettivo dei predatori fino a quando è stato spostato dall’interno delle filiali agli ATM esterni, riforniti dai portavalori del CIT.
4. Da quel momento le rapine in banca sono drasticamente diminuite mentre ATM, furgoni portavalori e caveaux stanno subendo raffiche di attacchi paurosi che dimostrano quanto siano determinati i predatori nel cercare di impadronirsi dell’oggetto dei loro desideri.

In realtà, dimostrano anche quanto sia irrazionale lo schema attuale di ricircolo del contante che richiede trasferimenti continui dai punti di raccolta (principalmente i negozi del retail e di prossimità) alle sale conta del CIT dove prima vengono “lavorate” e quindi custodite nei caveaux. Successivamente verranno portate in ATM installati ovunque, dove verranno prelevate da consumatori che le spenderanno nei negozi dai quali ricomincerà il giro dell’oca.
Tutto questo sotto il naso dei predatori che possono comodamente scegliere come e quando attaccare in qualsiasi fase del ciclo, solo in base alle proprie capacità tecniche e alla voglia di rischiare.
Uno schema costoso, rischioso e inquinante, diventato insostenibile in primis per gli operatori del CIT che, oltre ai rischi diretti per l’incolumità del proprio personale ed ai danni materiali prodotti da ogni attacco, devono subire l’impennata dei costi assicurativi che rende ancor più anti-economico il “lavoro sporco” che devono fare per garantire alla collettività la disponibilità del contante che, non dimentichiamo, è considerato servizio pubblico essenziale.

Oggi è possibile ridurre i trasferimenti dai punti di raccolta a quelli di distribuzione, grazie alla diffusione dei sistemi di cash management abbinati alle “casseforti intelligenti” che permettono di cortocircuitare il flusso presso i punti di raccolta svolgendo in loco e in modo automatico gran parte delle fasi di lavorazione necessarie per il ricircolo delle banconote. Quando verranno implementati anche i sistemi “cash in shop”, i consumatori potranno prelevare e depositare le banconote direttamente in negozio senza dover andare in banca o all’ufficio postale.
Sono molteplici ed evidenti i vantaggi portati da queste novità, ma si devono considerare anche due effetti collaterali di non poco conto.
Il primo riguarda gli operatori del CIT che si dovranno adattare alla diversa situazione che comporterà la riduzione delle attività fisiche tradizionali (trasporto, lavorazione, custodia) ma anche la possibilità di assumere un ruolo centrale nella gestione dei nuovi sistemi, come già avvenuto in altri paesi. Capiremo a breve se e come i nostri operatori sapranno cogliere le opportunità di questo cambiamento.
Il secondo riguarda i negozi della GDO e del Retail, che si troveranno nella scomoda posizione di contenitori principali del contante con l’inevitabile codazzo di affezionati predatori. Tutti sanno che non sarà facile proteggere i negozi come sono state protette le banche ma questa sarà la nuova sfida per tutta la filiera della sicurezza fisica, a partire da coloro ai quali compete la protezione del patrimonio aziendale, i security manager del Retail.

Il tema verrà trattato in occasione del convegno "Cash Management, il futuro del contante", che si terrà il 25 giugno a Roma presso BCC Sinergia Gruppo ICCREA.

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