Servizi di sicurezza, la grande rivoluzione
editoriale di essecome
Come noto, la Legge di Bilancio 2024 approvata dal Parlamento il 29 dicembre contiene anche l’Ordine del Giorno n. 123 presentato dall’on. Caramanna (FdL) che impegna il Governo a regolamentare i Servizi Ausiliari alla Sicurezza (SAS) prendendo come spunto le norme UNI 11925 e 11926 del 2023.
L’avvio del processo decisionale del Governo coinciderà probabilmente con la conclusione del sofferto confronto tra le parti sociali, richiamate dalla magistratura a rivedere il CCNL appena firmato per adeguare i salari degli operatori di quei servizi almeno ai livelli di sopravvivenza, come prevede la Costituzione.
E’ inevitabile che da questi due processi esca una spinta ad un cambiamento radicale dell’intero mercato della sicurezza che riguarderà anche la filiera tecnologica. A nostro modo di vedere, i principali fattori del cambiamento saranno tre.
Il primo, immediato ma temporaneo, deriva dell’impossibilità di ribaltare immediatamente sull’utenza, in particolar modo negli appalti pubblici, i cospicui aumenti del costo del lavoro determinati dalla ‘spintanea’ revisione del CCNL. Questo disallineamento temporale eroderà la marginalità dei contratti in corso con effetti finanziari sui conti delle imprese che potrebbero provocare già da quest’anno chiusure, cessioni e fusioni che cambieranno la fisionomia del settore.
Il secondo riguarderà il riposizionamento delle guardie giurate, fino a ieri protagoniste esclusive del mercato dei servizi di sicurezza e parte egemone degli organici degli istituti di vigilanza tradizionali.
Sempre per effetto del rinnovo del CCNL, il loro costo aumenterà fino a giustificarne l’impiego solo nei servizi di sicurezza sussidiaria o dove sia realmente necessaria la presenza di personale armato.
In tutti gli altri casi verranno sostituite proprio dagli operatori SAS e dalle tecnologie con applicazioni di IA sempre più evolute e specifiche.
Circolano ipotesi di riduzioni superiori al 50% a regime ma è prevedibile una discesa ‘morbida’ considerando gli endemici vuoti d’organico soprattutto nelle aziende al nord e l’età mediamente avanzata degli operatori. Un auspicabile effetto collaterale sarà la diminuzione di persone che circolano pericolosamente quanto inutilmente armate vista la rarità delle situazioni dove l’arma potrebbe realmente servire (ammesso e non concesso che, in caso di necessità, i portatori siano capaci di usarla).
Il terzo fattore di cambiamento, solo all’apparenza meno concreto dei primi due, sarà invece quello che rivoluzionerà definitivamente il mondo dei servizi di sicurezza: la fine del regno di Tulpswood.
Dopo quasi un secolo di dipendenza talvolta perfino pecoreccia dalle Autorità di PS che ricambiavano di solito con esibizioni di ottuso dirigismo incompatibili con la realtà, pare che chi intraprende in sicurezza abbia finalmente capito che per crescere deve evitare o almeno delimitare al minimo indispensabile le attività sottoposte al regime autorizzatorio.
E dal momento che le scelte imprenditoriali sono sempre assoggettate a motivazioni economiche, questo vuol dire che il modello di impresa di sicurezza in grado di integrare competenze e tecnologie diverse sulla base di norme tecniche volontarie viene considerato già oggi più profittevole dell’arcaico modello figlio del Regio Decreto del 1931.
Di conseguenza il caro, vecchio istituto di vigilanza uscirà di scena poco per volta raggiungendo le sue icone, le guardie in bicicletta che mettevano il biglietto di controllo nelle porte, con il bello e il brutto tempo.
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