Una nuova governance per la videosorveglianza in ambito urbano
L'ing. Angelo Carpani anticipa nell’articolo di essecome i temi che tratterà nel seminario "Videosorveglianza in ambito urbano. Aspetti normativi e novità tecnologiche" di cui sarà keynote speaker. Il seminario, organizzato da securindex con la collaborazione di ANCI Lab si terrà il 9 marzo nella Sala Verdi del Palazzo delle Stelline (Milano, corso Magenta 61), per fare il punto sull'assetto normativo e fare proposte per superare le attuali criticità, rivolgendosi agli Amministratori dei Comuni e le Polizie Locali.
Gli impianti di videosorveglianza sono soggetti ad una continua e sempre più rapida evoluzione tecnologica che richiede, conseguentemente, un costante adeguamento tecnico-normativo e degli aspetti legati alla tutela della privacy.
Con l’entrata dell’Intelligenza Artificiale (IA) anche nel mondo della videosorveglianza, e l’applicazione dei cosiddetti algoritmi di “deep learning”, sta cambiando il paradigma dell’architettura dei sistemi di videosorveglianza. Si stima che, nel giro di un paio di anni, le cosiddette telecamere “intelligenti” prenderanno il sopravvento sul mercato e bisognerà essere “attrezzati” e “preparati”, anche da un punto di vista della “privacy”, a gestire l’impatto di queste nuove tecnologie.
Mentre l’AgID (Agenzia per l’Italia Digitale) chiede alle Pubbliche Amministrazioni l’adozione del paradigma cloud, prima di qualsiasi altra tecnologia (principio del “first cloud”), il mondo della videosorveglianza evolve sempre più nella direzione esattamente opposta, e cioè verso l’edge con la memorizzazione e la videoanalisi delle immagini direttamente a bordo camera.
La gestione di impianti di videosorveglianza con centinaia di telecamere, sempre più ad altra risoluzione (Ultra HD 4K – 8 megapixel) e sempre più intelligenti, rende sempre più problematica (se non impossibile come nel caso dell’IA) la gestione e l’archiviazione a livello centralizzato delle immagini: oltre a server con capacità computazionali (CPU) e storage sempre più elevati (e costosi…), occorre che anche la rete di comunicazione sia in grado di supportare i flussi video con una capacità di banda adeguata, tale da garantire la massima risoluzione ed il massimo frame rate (fps) consentita dalle telecamere.
Nonostante l’approvazione del nuovo PNRF (Piano Nazionale di Ripartizione delle Frequenze), con Decreto del 31 agosto 2022 del MiSE, in cui sono state liberalizzate diverse frequenze, in molti Comuni, in particolare nelle città, si ha una situazione di “congestionamento” delle frequenze operanti in banda “libera”.
Non tutti i Comuni hanno le risorse per realizzare una rete in fibra ottica e, comunque, non possono farlo di loro iniziativa senza richiedere prima la cosiddetta “autorizzazione generale” al Ministero competente, con i relativi oneri (a meno che l’intervento in progetto ricada nell’ambito dei Finanziamenti del Ministero dell’Interno in base alla Legge 18 aprile 2017, n.48).
In ambito comunale in cui, agli inizi, la realizzazione di un impianto di videosorveglianza veniva gestita, a livello di bilancio comunale, principalmente come un investimento (spesa in “conto capitale”), si sta assistendo ad una progressiva migrazione delle risorse verso la spesa in parte “corrente”...
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