Protezione e valorizzazione dei beni UNESCO

La Fondazione Enzo Hruby, assieme al Comune di Vicenza, ha organizzato il 18 febbraio un seminario incentrato sulla valorizzazione dei beni dell’UNESCO attraverso la loro protezione. Dopo i saluti del vice sindaco di Vicenza Alessandra Moretti e del presidente della Confindustria;Giuseppe Zigliotto, si sono susseguiti gli interventi di Francesca Lazzari, assessore alla cultura del Comune di Vicenza,  Claudio Ricci, Presidente dell’Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale UNESCO e sindaco del Comune di Assisi,  Francesca Riccio,  referente UNESCO al ministero per i Beni e le Attività Culturali, Giacomo Gagliardini, Presidente dell’Ente di gestione Sacri Monti del Piemonte, e di Carlo Hruby, vice Presidente della Fondazione Enzo Hruby.

 

La concomitanza con l’inaugurazione dell’impianto di videosorveglianza per la protezione della Basilica Palladiana, realizzato grazie al contributo della Fondazione Hruby, ha focalizzato l’attenzione dei relatori su un driver di interesse universale: la messa in sicurezza dei beni culturali e artistici è un presupposto essenziale per la loro fruibilità da parte del pubblico e, quindi, la loro valorizzazione; da questa sensibilità unicamente  può derivare la possibilità di tramandare il patrimonio artistico alle generazioni future.

Altro driver è l’intervento dei privati a fianco delle istituzioni pubbliche preposte -  locali come un Comune,  nazionali come il Ministero dei Beni Culturali, o sovranazionali come, in questo caso,   l’UNESCO. Una concezione moderna del mecenatismo che, in altre epoche, aveva consentito la produzione stessa dell’opera d’arte, mentre oggi interviene sia in forma diretta finanziando gli interventi, che in forma indiretta stimolando l’attenzione ed offrendo “conoscenza” sul tema della sicurezza.

Una opportunità unica che la Fondazione Hruby  mette a disposizione della collettività, nell’esclusivo intento di diffondere la cultura della sicurezza tra un sempre maggior numero di interlocutori.

A cura di Raffaello Juvara

 

errore