Perché la filiera della sicurezza privata è un partner essenziale per il Sistema Paese
editoriale di essecome
Da mercoledì 19 a venerdì 21 novembre i padiglioni dove si terrà SICUREZZA 2025 verranno invasi dai visitatori che intaseranno i corridoi tra gli stand sfavillanti e di sicuro a sera gli espositori sorrideranno disfatti e soddisfatti per le visite ricevute.
Gli operatori verranno questa volta in fiera non tanto per esporre o per vedere le novità, che ormai seguono altri canali, ma per incontrarsi in un momento positivo unico nella storia del settore, grazie alla convergenza di due potenti fattori globali ai quali sta per aggiungersi un terzo tutto nostrano.
Il primo fattore è sotto gli occhi di tutti: l’apertura della IA all’uso di massa ha spalancato un nuovo, immenso fronte di rinnovamento dei sistemi e dei processi nelle organizzazioni di ogni genere, con gli operatori della sicurezza tecnologica in prima fila a far valere le esperienze maturate nell’analisi delle immagini, il controllo accessi, la centralizzazione allarmi. Esperienze utilizzabili in ennesime altre applicazioni che offriranno opportunità di sviluppo mai verificate prima d’ora.
Il secondo, su scala europea, è conosciuto (almeno si spera!) dagli addetti ai lavori. Si tratta dell’entrata a regime delle norme cogenti comunitarie e nazionali per la cybersecurity che impongono alle grandi aziende con le rispettive supply chain (in pratica, all’intero sistema produttivo nazionale) di adottare misure “adeguate” per proteggersi da minacce combinate (fisiche e cyber) che si moltiplicano e evolvono continuamente.
Le filiere di fornitura ringraziano sentitamente per la promozione al rango di partner essenziale per il core business anche se, in molti casi, sarà la minaccia di pesanti sanzioni economiche in caso di incidente a convincere gli amministratori dei committenti a investire in sicurezza, pur continuando a considerarla un costo improduttivo.
Per il terzo fattore ci vorrà ancora qualche tempo perchè si possano sentire gli effetti pratici ma potrebbe essere ancora più potente dei primi due. Parliamo dell’annunciato, progressivo ritiro dello Stato dal presidio del territorio, formalmente per la mancanza di personale che sta affliggendo qualsiasi altra attività.
In realtà è anche una scelta del Governo diminuire il ruolo del pubblico nei servizi essenziali come la sanità, la ricerca, l’istruzione e, per l’appunto, la sicurezza lasciando più spazio alle P.A. locali ed ai privati.
Pertanto, alla riduzione della presenza statale dovrà corrispondere un aumento dei compiti svolti dai Comuni e dalle Polizie Locali in primis, che potrebbero trovare con partner privati soluzioni intelligenti, innovative e sostenibili come, ad esempio, la condivisione intercomunale di risorse e infrastrutture oppure il project financing o altro ancora in relazione alle situazioni locali, senza gravare sulle casse pubbliche né sulle tasche dei cittadini. Lo stesso modello potrebbe venire applicato nei confronti di altre entità pubbliche quali ospedali, università, infrastrutture dei trasporti ecc..
In sostanza, stiamo assistendo all’assunzione da parte della filiera della sicurezza privata di un ruolo essenziale nel Sistema Paese Italiano, un ruolo che dovrà venire riconosciuto primariamente alle persone che ci lavorano portando un camice, una tuta o una divisa.
Di tutto questo e altro ancora parleremo in fiera nella sequenza di incontri, talk e momenti formativi nel nostro stand S19-T20 pad. 7 da mercoledì 19 a venerdì 21 novembre.
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