CEI 79-3:2024, giornata di studio all'Anteo di Milano
Grande successo dell'incontro con ingegneri e periti progettisti di impianti antintrusione organizzato dal CEI per presentare la nuova Norma. Salvatore Lamaestra, coordinatore del GdL 5 del CEI che ha redatto la Norma, riassume per securindex le principali novità introdotte nel nuovo testo.
1. La nuova Norma CEI 79.3:2024 è molto diversa dalla versione precedente del 2012 per adeguarsi ad uno scenario profondamente cambiato. Quali sono stati i criteri che avete seguito nel GdL da lei coordinato?
Direi che può essere utile ripercorre brevemente la storia delle edizioni, dalla prima pubblicata nel marzo del lontano 1988:
La Norma aveva come oggetto gli “impianti di rilevamento e segnalazione di effrazione e di intrusione” e lo scopo era di fornire i criteri da seguire nella progettazione, esecuzione, verifica e manutenzione e di stabilirne il livello di prestazione. Nella Norma era stato incluso un metodo (matematico) per l’accertamento del Livello di prestazione ottenuto, basato sulla combinazione di anelli concentrici di rivelatori che, a seconda della tipologia installativa assumono pesi differenti; è stata successivamente aggiornata nel marzo 1993 e rivista nel dicembre 1994 integrando alcune varianti intermedie precedenti.
Il 1997 segna l’arrivo delle prime pubblicazioni della serie di Norme Europee recepite dal CT79 di CEI, in particolare la CEI EN 50131-1 (Prescrizioni generali per i Sistemi di Allarme) pubblicata in Italia nel 1998: lo stesso anno in cui una nuova revisione della CEI 79-3 che integrando una variante pubblicata separatamente, si presenta con una nuova forma editoriale.
Un momento di svolta per le normative del CT79 è stato il 2004, anno in cui il CEI ha pubblicato la Specifica Tecnica CEI TS50131-7, la Guida europea realizzata dal TC79 CENELEC il cui “oggetto” è un doppione di quello della Norma italiana CEI79-3 e che fornisce suggerimenti per la progettazione e l’installazione utilizzando semplici tabelle.
L’arrivo delle nuove Norme Europee e la coesistenza con la Guida evidenzia la necessità dell’allineamento della Norma CEI79-3 alla terminologia ed alla logica di classificazione dei sistemi di allarme intrusione e rapina della serie di Norme EN 50131, integrando parte della Guida che nel frattempo è stata aggiornata (2010) e affiancando un metodo tabellare di prescrizione per livello di prestazione.
Con queste variazioni e con la precisazione, nello scopo, di voler garantire che gli impianti di allarme intrusione e rapina forniscano le prestazioni prescritte, riducendo al minimo gli allarmi indesiderati nasce la revisione della CEI79-3 pubblicata nel maggio del 2012.
2. Quali sono i punti più innovativi, in sintesi?
Ecco i punti innovativi principali:
Il metodo di Analisi del Rischio e la determinazione del Livello di Prestazione: In coerenza con il principio dettato dallo scopo di criteri e requisiti per la determinazione del Livello di Prestazione, per la progettazione, l’installazione, la manutenzione degli impianti, nella nuova edizione è stato inserito un metodo per l'analisi e la determinazione preliminare del Livello di Rischio criminoso, utile se non indispensabile, per identificare in modo oggettivo il Livello di Prestazione necessario con il coinvolgimento del committente, il quale diventa protagonista principale di questa fase.
La definizione e l’uso modulare dei Sotto-Impianti: Le precedenti edizioni fornivano prescrizioni per la progettazione e la realizzazione degli impianti ma non fornivano indirizzi precisi su come applicarle in particolari porzioni dell’ambiente controllato a cui sarebbe possibile associare livelli di rischio differenti: per questa ragione è stata esplicitamente dettagliata la possibilità, ove utile, di suddividere l’intero impianto in parti ben definite (sotto-impianti) che rispondono ai requisiti di differenti Livelli di prestazione.
Il nuovo Metodo Tabellare e il superamento del vecchio Metodo Matematico: Il Livello di Prestazione identifica una serie di prescrizioni minime principalmente riportate in Tabelle di facile consultazione: tali prescrizioni costituiscono, in fase preliminare, la guida alla progettazione, alla scelta dei dispositivi e alla loro collocazione nell’ambiente; l’impostazione Tabellare consente successivamente, in fase di verifica, una facile consultazione dei requisiti. La flessibilità del vecchio metodo matematico delle precedenti edizioni è stata conservata e ricostruita nella struttura del nuovo Metodo Tabellare eliminando le formule matematiche che erano applicabili solo in fase di verifica.
Il nuovo parametro dell’Indice di Integrazione della Sicurezza: Il Livello di prestazione garantisce l’insieme minimo prescritto per funzionalità e operatività dell’impianto di allarme; non include e non ha relazione con eventuali integrazioni quantitative o qualitative con altri dispositivi e sistemi al di là dei requisiti minimi. L’importanza degli eventuali dispositivi e sistemi che vengono installati e attivati in aggiunta è valutata grazie al nuovo parametro IIS (Indice di Integrazione di sicurezza), il cui valore permette tanto ai tecnici quanto ai committenti di misurare e confrontare progetti o impianti con pari Livello di Prestazione ma differenti integrazioni.
La semplificazione e la linearizzazione del testo: la lettura è relativamente più semplice e una impostazione sequenziale dei paragrafi nell’ordine logico di utilizzo.
3. Quali sono i vantaggi per gli utenti finali? Ritiene siano adeguatamente informati?
Come accennato prima, con la nuova impostazione l’utente finale è coinvolto e guidato, con il supporto del fornitore, nella procedura di Analisi del Rischio: il metodo è organizzato con una serie di domande, raggruppate per tema, ciascuna associata ad una serie di risposte predefinite e solo da selezionare. Il metodo è semplice ma permette di delineare con precisione le esigenze del committente e porta, infine, in modo ripetibile (a parità di risposte) alla definizione delle prestazioni minime in linea con le necessità reali dell’utente.
La modularità dei sotto-impianti permette una progettazione “economica” alzando le prestazioni (e i costi) per gli ambienti a più alto rischio e limitandole al necessario per gli ambienti ove il rischio è oggettivamente inferiore; preciso ancora una volta che le prescrizioni risultanti rappresentano il requisito minimo e che non vi è alcun limite, se non quello economico, per alzare le prestazioni o per integrare la sicurezza quando il committente e il fornitore lo desiderano.
La semplicità ed i dettagli delle prescrizioni indicate nelle tabelle rendono più trasparente e comprensibile anche all’utente i processi di progettazione e di installazione.
Infine, a fronte di offerte diverse, a parità di prestazioni, il committente può comprendere eventuali differenze tra le proposte grazie al differente indice di integrazione della sicurezza: un ausilio oggettivo utile anche al fornitore per qualificare in modo trasparente la propria offerta.
4. Quale percorso deve fare un progettista o un installatore per apprendere i contenuti della norma e ottenere la certificazione?
L’acquisizione della Norma, la sua lettura, la comprensione dell’ampiezza sia dello scenario tecnico normativo nazionale ed europeo che di quello legislativo nazionale sono utili e necessari.
Si tratta quindi di uno sforzo per allargare, ove già non lo sia a sufficienza, la visione e l’approccio culturale a vari aspetti concreti, che vanno ben al di là del semplice inserimento di apparati in una planimetria e alla loro messa in opera.
La formazione documentale può esser fatta autonomamente ma è sicuramente più semplice e completa se introdotta e guidata da esperti: sono infatti disponibili corsi di formazione specifici sugli impianti di allarme intrusione e rapina cosi come, per chi ne è interessato, su altri impianti di sicurezza (video sorveglianza, controllo accessi, incendio, ecc.); parimenti esistono Enti in grado di valutare e quindi certificare la formazione e il suo mantenimento nel tempo.
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