Pandemia e guerra in Ucraina, il ruolo determinante del contante nell’Eurozona

Antonio Staino e Paolo Spollon, presidente e vice presidente Assovalori, descrivono nell'intervista a essecome il trend della circolazione del contante in un momento storico molto delicato per l'economia mondiale.

Partiamo dalla situazione della circolazione del contante in Itala e nell’Eurozona. Qual è il trend, in base ai dati ufficiali distinguendo la quantità del circolante dalle transazioni?
Negli ultimi tempi si parla spesso di denaro contante e del fatto che, secondo alcuni osservatori, esso sia “destinato a scomparire” in favore della moneta elettronica, in un futuro più o meno prossimo. Ma è davvero così?
Partiamo da un fatto: la Banca Centrale Europea, tra i suoi compiti fondamentali, ha assunto l’impegno di assicurare la disponibilità del contante, renderlo accessibile a tutti i cittadini e facilitarne l’uso per i pagamenti, con l’obiettivo di garantirne l’autonomia, la privacy e l’inclusione sociale.
Uno studio condotto dall’Eurosistema nel 2019 sull’atteggiamento dei consumatori dell’area euro nei confronti dei pagamenti (SPACE: Study on the payment attitudes of consumers in the euro area), segnala che il contante rimane il mezzo di pagamento più utilizzato nelle transazioni tra persone e all’interno dei negozi fisici, sia per numero (73%), sia in valore.
Monete e banconote sono regolarmente utilizzate da cittadini europei di tutte le età, tutti i livelli di istruzione e tutte le fasce di reddito, prevalentemente per acquisti di valore medio-basso (al di sotto di 40€). Quando si tratta di importi elevati – che rappresentano il 24% circa del totale delle transazioni – i cittadini europei scelgono altri strumenti di pagamento, in particolare carte di debito e credito e bonifici bancari...

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