Hikvision, interrogazione alla Camera sulla compatibilità con gli standard di sicurezza nazionale

Il deputato Enrico Borghi (PD), membro del Copasir, ha presentato il 22/11/2021 l'interrogazione a risposta scritta n. 4-10769 al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro della Difesa ed al Ministro dell'Interno per sapere "se il Governo ritenga l'attività dell'azienda di cui in premessa (Hikvision, n.d.r.) pienamente compatibile con i necessari standard di sicurezza nazionale".

Questo il testo dell'interrogazione:

"Premesso che la Hangzhou Hikvision Digital Technology Co., Ltd., nota come Hikvision, è un produttore cinese di sistemi e prodotti di videosorveglianza e tra i più grandi fornitori al mondo nel suo settore; è presente, infatti, in 150 Paesi, dislocati nei sei continenti. L'azienda, fondata nel 2001, ha sede a Hangzhou, nella Repubblica popolare cinese. Il pacchetto di maggioranza azionaria dell'azienda è di proprietà del Governo cinese;

in un documento del Parlamento europeo si afferma: «Hikvision è stata accusata di fornire apparecchiature di sorveglianza ai campi di internamento ...esiste un rischio inaccettabile che Hikvision, attraverso le sue operazioni nello Xinjiang, contribuisca a gravi violazioni dei diritti umani; ricorda che il Parlamento ha assegnato il premio Sacharov per la libertà di pensiero 2019 a Ilham Tohti per i suoi sforzi volti a proteggere i diritti della popolazione uigura in Cina; ritiene pertanto inaccettabile l'uso di telecamere termiche di questo fornitore nei locali del Parlamento; invita il Segretario generale a rescindere il contratto con Hikvision e a rimuovere tutte le telecamere termiche di tale azienda dai locali del Parlamento; sottolinea la necessità che l'Ufficio di presidenza sia più prudente nella selezione dei fornitori di apparecchiature in futuro» (Decisione del Parlamento europeo del 28-aprile 2021 sul discarico per l'esecuzione del bilancio generale dell'Unione europea per l'esercizio 2019, sezione I – Parlamento europeo (2020/2141(DEC));

in Italia Hikvision opera con successo, attraverso una sua filiale, partecipando a moltissime procedure per gare di appalto della pubblica amministrazione;

da una ricerca condotta sul sito web Shodan, portale di ricerca che indicizza dati relativi ai sistemi esposti sulla rete internet, sarebbero migliaia, nel dominio cibernetico italiano, i dispositivi Hikvision esposti in rete. Un numero restituito certamente ridotto rispetto al numero effettivo di dispositivi presenti in Italia, in quanto il dato non contempla le reti chiuse;

oltre mille telecamere della multinazionale cinese Hikvision sorveglierebbero le sale intercettazioni delle procure italiane, come raccontato in una inchiesta della rivista Wired;

sistemi di videosorveglianza e di controllo degli accessi della Hikvision risultano essere stati installati anche presso la sede del Governo a Palazzo Chigi;

il dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha pubblicato un elenco di venti società cinesi – tra le quali la Hikvision – accusate di intrattenere stretti legami con l'Esercito popolare di liberazione. Si tratta di «entità possedute, controllate o affiliate al governo, all'industria militare o alla difesa della Cina», si legge nel documento del Pentagono;

gli apparati dell'azienda cinese poggerebbero su sistemi di tipo cloud, circostanza che, in assenza di opportune misure di sicurezza cyber, esporrebbe i dati al rischio di acquisizione e di analisi da remoto, favorendone il riprocessamento, la gestione e la comunicazione, anche in tempo reale; in considerazione dell'accresciuta esposizione alle minacce cibernetiche, sono state adottate nel nostro ordinamento diverse disposizioni al fine di assicurare un livello elevato di sicurezza delle reti, dei sistemi informativi e dei servizi informatici delle amministrazioni pubbliche, nonché degli enti e degli operatori nazionali, pubblici e privati, attraverso l'istituzione di un perimetro di sicurezza nazionale cibernetica e la previsione di misure volte a garantire i necessari standard di sicurezza rivolti a minimizzare i rischi –:

se il Governo ritenga l'attività dell'azienda di cui in premessa pienamente compatibile con i necessari standard di sicurezza nazionale."

 

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