COVID-19, gli effetti della crisi per la security della Supply Chain

Intervista di essecome a Franco Fantozzi, professore associato all'Università Cattolica di Milano, sugli effetti della pandemia sulla security della supply chain. La necessità di rimodulare il processo di ritiro diretto delle materie prime dai fornitori hanno imposto modifiche degli standard a volte a discapito della security. Pericoli di infiltrazioni malavitose nel "last mile".

È possibile tracciare un primo bilancio sugli effetti della crisi sulla security della supply chain in generale?
Sicuramente, tra i settori più colpiti dal COVID-19 dobbiamo annoverare la supply chain. La pandemia ha infatti costretto aziende ed interi settori industriali a rimodulare e trasformare il proprio modello di supply chain. Secondo un’indagine condotta tra le aziende inserite nel “Fortune 1000”, è emerso che il 94% ha registrato interruzioni nel processo di supply chain, il 75% ha avuto impatto negativo o fortemente negativo sul business, il 55% ha previsto o prevede un notevole calo nelle vendite. Tale impatto è stato ancora più devastante per le PMI, all’interno delle quali i principi di security, risk management e business continuity non erano ancora stati adeguatamente assimilati. La necessità di rimodulare il processo di ritiro diretto delle materie prime dai fornitori e l’introduzione di modalità di trasporto alternative per la consegna ai clienti, oltre all’aumento dei controlli alle frontiere, hanno imposto modifiche degli standard che, a volte, sono avvenute a discapito della security...

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