Installatori, le richieste di AIPS per superare la crisi
Solidarietà con i fornitori, riduzione delle aliquote fiscali e semplificazione degli adempimenti, sospensione del rating bancario, concessione di prestiti senza firme di garanzia, riconoscimento delle professionalità: queste alcune delle richieste degli associati AIPS (Associazione Installatori Professionali di Sicurezza) per superare la crisi, indicate dal presidente Tommaso Scaringella nell'intervista a essecome.
Quale situazione viene delineata dalle Aziende associate ad AIPS, arrivati alla prima settimana di aprile?
Le nostre aziende si stanno attenendo alle indicazioni del Governo. Pertanto, anche se la nostra attività rientra fra quelle autorizzate dal DCPM del 22 marzo (codice ATECO 43.2), le Aziende forniscono quasi esclusivamente assistenza in pronto intervento, per il mantenimento dell'operatività dei sistemi di sicurezza dei clienti e nei servizi considerati essenziali. La priorità è la tutela della salute dei dipendenti, dei familiari e dei clienti.
Vengono segnalate differenze significative dell'operatività sul territorio nazionale?
Nelle zone dove il virus è meno diffuso, rileviamo una minore percezione del rischio di contagio, che comporta una operatività meno difficoltosa, soprattutto in alcune regioni. Ovviamente nelle zone maggiormente colpite, dove peraltro sono in vigore ulteriori provvedimenti restrittivi a livello locale, l’attività è ridotta praticamente a zero. A queste zone rivolgiamo il nostro costante pensiero.
Qual è l'atteggiamento dei fornitori in questo momento?
Le nostre Aziende in questi giorni hanno ricevuto diverse comunicazioni dai propri fornitori. Alcune ci hanno profondamente deluso, perché al condivisibile e giusto appello al rispetto degli impegni commerciali assunti, pagando i fornitori nei tempi stabiliti, hanno aggiunto senza mezzi termini la minaccia di modificare le condizioni di pagamento e intraprendere immediate azioni di recupero del credito.
AIPS ha ritenuto in proposito di rilasciare un comunicato per manifestare il proprio disappunto.
Questo momento storico drammatico ci sta insegnando che la coesione sociale è indispensabile per affrontare e superare la crisi, perciò anche nel nostro comparto è necessario essere uniti e solidali nelle difficoltà, senza inutili accanimenti.
Altri fornitori, è giusto e positivo dirlo, hanno invece inviato messaggi di solidarietà, ispirati a quello spirito di collaborazione e di stima reciproca che non dovrebbe venire meno nelle difficoltà.
Alcuni hanno addirittura proposto modalità di pagamento agevolate, per non gravare ulteriormente gli installatori. A questi fornitori esprimiamo il nostro più sentito ringraziamento, perché ci aiutano a vedere una luce di speranza in fondo a un lungo, lungo tunnel.
Aggiungiamo che, a nostra volta, faremo il possibile per venire incontro alle esigenze dei clienti che dovessero chiederci dilazioni nei pagamenti.
Quali richieste fareste al Governo per aiutare il settore a superare la crisi?
Come è logico, il Governo in questi giorni di emergenza sta disponendo misure di sostegno straordinarie per far fronte alle difficoltà immediate, ma noi sappiamo che all’emergenza – per chi professionalmente sopravviverà – seguirà un periodo di “ricostruzione” che proseguirà come minimo per un anno.
Nell’immediato, quindi, il Governo sta pensando a salvaguardare i lavoratori dipendenti, ma se non ci saranno misure di sostegno per le aziende, la crisi si diffonderà proprio come il virus: nel caso delle nostre Associate, per ogni azienda che dovesse chiudere l’attività, oltre al titolare ci sarebbero una media di sette dipendenti disoccupati (a carico dello stato), ciascuno probabilmente con una famiglia, che a sua volta risentirà e propagherà la crisi.
Il Governo dovrà pertanto predisporre iniziative a lungo termine, che consentano all’imprenditoria italiana di resistere e di recuperare le perdite subite durante lo stop forzato.
Dal nostro punto di vista, sarebbe opportuno ridurre per almeno un paio di anni l’aliquota sulle tasse ma, soprattutto, semplificare fortemente gli adempimenti fiscali. In questo modo le aziende potranno, per esempio, concentrarsi sulle misure di sicurezza sul lavoro, che dovranno essere incentivate a tutela sia dei lavoratori che dei clienti.
Anche le banche dovrebbero collaborare in questo percorso di ricostruzione, sospendendo innanzitutto il rating delle aziende e poi attivando misure che diano un po’ di respiro agli imprenditori, ad esempio allungando la disponibilità del fido di cassa e concedendo prestiti per fare fronte all’esigenza di liquidità senza richiesta di firme a garanzia.
Naturalmente, in questo periodo di ricostruzione, il nostro Governo avrà bisogno del sostegno e della cooperazione degli altri stati europei e lo scenario quindi si allarga.
Infine, e questo riguarda nello specifico il nostro settore della sicurezza, il nostro appello è che lo Stato disciplini finalmente il nostro settore, riconoscendo i requisiti tecnico-professionali dei veri installatori di sistemi di sicurezza e permettendo quindi a noi professionisti di lavorare senza dover competere con personaggi che sviliscono la professionalità, rovinando il mercato.