Resilienza e sicurezza: come le infrastrutture critiche possono gestire i rischi e massimizzare la business continuity secondo Axis

Assago (MI), febbraio 2025 – L'attività di qualsiasi organizzazione può essere interrotta in modi sempre più diversi. Ne sono un esempio i cyberattacchi, ma l'errore umano e gli incidenti rimangono il motivo più comune di blocco delle attività, così come anche i guasti di macchinari, la carenza di materie prime o l'interruzione della catena logistica.

La resilienza, definita dalla Direttiva CER come "la capacità di un'infrastruttura critica di prevenire, proteggersi, reagire, resistere, mitigare, assorbire, adattarsi e riprendersi da un evento", è dunque diventata una priorità per le organizzazioni, soprattutto per quelle che forniscono servizi vitali per la società, l’economia, l’ambiente, la salute e la sicurezza pubblica. Per queste infrastrutture critiche, la resilienza è così importante da essere diventata un requisito di legge, sancito dalle Direttive NIS2 sulla sicurezza informatica e CER sulla resilienza delle infrastrutture critiche.

Vista l’importanza del tema, gli esperti di Axis Communications, azienda specializzata nella sorveglianza video di rete, fanno chiarezza e spiegano in tre punti perché è così essenziale per le infrastrutture critiche integrare la resilienza in tutte le attività e catene del valore.

Garantire conformità normativa nella gestione dei rischi

Ogni quattro anni, le infrastrutture critiche devono valutare l'evoluzione dei rischi, reali e potenziali, che potrebbero interrompere la fornitura di servizi essenziali. Inevitabilmente, nel loro sforzo per soddisfare i requisiti di legge in materia di resilienza, queste infrastrutture creeranno quell’auspicabile effetto cascata delle valutazioni del rischio, imponendo ai propri fornitori di dimostrare un impegno altrettanto concreto.

In caso di interruzioni, le infrastrutture critiche devono dimostrare di aver adottato misure adeguate per prevenire, reagire e riprendersi dagli eventi, pena sanzioni significative (ad esempio, la NIS2 prevede fino a 10 milioni di euro o il 2% del fatturato globale totale per l'esercizio finanziario precedente della società madre o del gruppo a cui appartiene l'infrastruttura critica, a seconda di quale valore sia maggiore).

Inoltre, il principio di trasparenza sancito dalle direttive impone la segnalazione degli eventi e la condivisione dei relativi rapporti per consentire ad altre organizzazioni di imparare dall'esperienza e migliorare le proprie strategie di gestione del rischio.

Sviluppare un approccio predittivo alla manutenzione per massimizzare la continuità operativa

Nessun sistema può garantire l'eliminazione completa degli incidenti. Tuttavia, adottare un approccio proattivo alla sicurezza con soluzioni di sorveglianza intelligenti consente di ridurre significativamente i rischi. Creando un ambiente di lavoro più sicuro, è possibile migliorare la continuità operativa portando al minimo i tempi di inattività.

Le tecnologie basate su IP già in uso (come telecamere di videosorveglianza, dispositivi audio, sensori ambientali o sistemi di controllo accessi), integrate con analisi avanzate basate su AI, possono rafforzare la resilienza aziendale. I dati e metadati generati da questi dispositivi connessi permettono di analizzare situazioni a rischio, fattore essenziale ai fini della resilienza richiesta dalle normative.

Una gestione efficace del flusso digitale di informazioni oggi a disposizione delle aziende ne aumenta la consapevolezza e consente di prevenire l’insorgere di problemi. Ad esempio, in ambito industriale, sensori combinati (video, audio, termici) migliorano la trasparenza nelle aree produttive, fornendo avvisi tempestivi e favorendo un approccio predittivo alla manutenzione degli asset critici.

Creare una difesa efficace contro gli attacchi informatici

Tutte le tecnologie utilizzate dalle infrastrutture critiche devono contribuire a ridurre il rischio di cyberattacco. Un dispositivo progettato per proteggere l'attività di un'infrastruttura critica non deve presentare di per sé rischi o vulnerabilità, ma deve essere sicuro per progettazione e adottare processi che lo mantengano tale per tutta la sua vita utile.

Questo è sempre più richiesto dalla normativa, dalle direttive specifiche per le infrastrutture critiche come la CER e la NIS2 allo European Cyber Resilience Act, che si applica a qualsiasi dispositivo elettronico collegato direttamente o indirettamente a una rete (da un altoparlante smart in casa a un server in un data center). Per questo è fondamentale lavorare con fornitori che dimostrino un chiaro impegno per la trasparenza in materia di cybersecurity.

“Le autorità hanno riconosciuto la gravità del potenziale impatto delle interruzioni nella fornitura dei servizi da parte delle infrastrutture critiche, dalla sanità alla finanza, dal trattamento delle acque all'energia”, sottolinea Simone Biancardi, key account manager end customer di Axis Communications.
“Il lavoro necessario per conformarsi alle nuove direttive non può essere sottovalutato. Molte realtà, soprattutto nella catena logistica, devono ancora adeguarsi e agire ora è una priorità.”

 
Informazioni su Axis Communications
Axis permette di creare un mondo più intelligente e sicuro migliorando la sicurezza, la protezione, l'efficienza operativa e la business intelligence. In qualità di azienda leader nelle tecnologie di rete, Axis offre videosorveglianza, controllo accessi, intercom e soluzioni audio, che supporta con applicazioni analitiche intelligenti e una formazione di alta qualità. Axis ha oltre 5000 dipendenti in più di 50 paesi e collabora con partner tecnologici e integratori di sistemi in tutto il mondo per fornire soluzioni ai clienti. Fondata nel 1984, Axis è una società con sede a Lund, in Svezia.

 

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