Norme internazionali, l'appello di AIPROS per presidiare i tavoli tecnici

L'endemica difficoltà della filiera della sicurezza italiana a nominare propri rappresentanti ai tavoli normativi internazionali costringe l'intero Sistema Paese a recepire norme che spesso non tengono conto degli interessi nazionali. L'ing. Giovanni Di Sarro, membro del Consiglio Direttivo di AIPROS, fa il punto e lancia un appello all'intero sistema.

Con l'entrata in vigore di direttive e regolamenti europei come GDPR, NIS2, ESG e DORA, assumono maggiore importanza le certificazioni di conformità dei prodotti, dei sistemi e delle competenze alle norme tecniche per permettere ai responsabili dei processi di dimostrare la compliance delle proprie organizzazioni e la consapevolezza dei vertici. Dal suo punto di osservazione il sistema italiano è pronto a questo approccio?

L'Italia è da sempre stata una realtà particolarmente attenta e sensibile ai temi normativi e alla centralità delle norme nelle attività quotidiane. Basti pensare al DM37/08 per la conformità degli impianti, alla UNI10459 per la certificazione delle competenze dei professionisti della sicurezza, al DLGs 81/08 per la sicurezza sui luoghi di lavoro.
Purtroppo però, negli ultimi anni, al pari di quanto sta avvenendo su scala globale, assistiamo ad un'inversione di tendenza: la velocità con cui le tecnologie evolvono sta progressivamente portando con sé un approccio alla realizzazione dei sistemi, nonché alla formazione degli addetti, in cui la qualità viene considerata sempre meno. Sempre più spesso gli obiettivi che guidano le scelte sono solo di carattere economico nonché una riduzione "sconsiderata" dei tempi e dei costi. Questo purtroppo porta ad avere un importante scollamento tra la "sicurezza teorica", normata e attenta ai minimi dettagli, e la "sicurezza reale" effettivamente conseguita sul campo.
È necessario invertire questa tendenza intervenendo con maggiore efficacia sulla informazione, la formazione e l'addestramento, di tutti gli stakeholders a tutti i livelli (dal top management a quello esecutivo/operativo).

In parallelo, siamo in grado di presidiare i tavoli normativi internazionali dove le norme vengono scritte?

Purtroppo, la scarsa attenzione che si sta ponendo al tema formativo ci porta ad essere sempre in affanno con la conseguenza di ritrovarci costretti a "subire" o meglio, recepire passivamente e spesso in ritardo, le norme definite in ambito internazionale.
Emblematico è il caso di un tavolo normativo internazionale in corso di apertura in questi giorni finalizzato alla creazione di un protocollo per lo scambio dati tra le centrali di allarme ed i centri di supervisione. Nonostante l'Italia abbia una norma che disciplina tali aspetti (tra l'altro aggiornata di recente), ahimè, non ha ancora indicato i propri rappresentanti a tale tavolo.

Quale ruolo può svolgere un'associazione di professionisti come AIPROS?

Nel DNA di AIPROS dalla sua nascita nel 1979 da sempre è visibile l’approccio visionario, ma oggi sempre più condiviso, di promuovere la cultura di una sicurezza integrata.
Soprattutto in questo periodo storico, in cui sempre più spesso si ricorre all'intelligenza artificiale per prendere decisioni (spesso cruciali), è quasi un dovere associativo tenere alta la bandiera della qualità e della formazione.
Per questo è fondamentale il ruolo delle associazioni che, attraverso i propri eventi formativi trasversali ma anche focalizzati su aspetti specifici, permettano al mercato ed ai professionisti di acquisire la necessaria sensibilità ai temi di sicurezza nonché le conoscenze specifiche per portare avanti le proprie attività "a regola d'arte".
Tale approccio, di tipo olistico, deve fare crescere l'intera filiera. Per questo è fondamentale la collaborazione tra le diverse associazioni con la creazione di tavoli inter-associativi.

C'è qualcosa di utile che dovrebbe fare il Governo e/o il Parlamento per sostenere la presenza di nostri tecnici a quei tavoli normativi dove si gioca una buona parte della competitività del Sistema Paese?

È importante che le istituzioni prendano atto del potenziale dei nostri giovani professionisti e che, anche attraverso incentivi mirati e dedicati alle associazioni, consentano di finanziare tali partecipazioni. Parallelamente è importante continuare ad investire sulla cultura della sicurezza introducendola, come da tempo sta ormai avvenendo nella safety, in percorsi formativi a partire dalla scuola dell'obbligo p.e per la educazione civica. Anche in questo caso l'esperienza delle associazioni può essere di grande aiuto: si pensi ad esempio ad iniziative presso gli Istituti o presso i municipi delle nostre città per far comprendere a tutti cosa sia la sicurezza e formare i giovani che dovranno in futuro guidare le sorti del nostro Paese.

Come possono intervenire gli Enti di formazione?

Attivando convenzioni agevolate con le associazioni di categoria che, spesso no-profit come AIPROS, possono avvicinare al mondo normativo una grande quantità di utenti spesso poco consapevoli, dai tecnici che operano sul campo, ai manager che operano nelle Pubbliche Amministrazioni e nelle aziende private.

 

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