Presente e futuro della gestione del contante

intervista a Paolo Spollon, vice presidente Assovalori

Atteso che, secondo tutte le analisi, il contante circolerà ancora a lungo come sia come sistema di pagamento sia come strumento di risparmio, resilienza e inclusione, in che modo si potrebbe razionalizzare il ciclo per ridurre i costi di gestione, l’impatto ambientale e i rischi?

La domanda tocca un punto cruciale nel dibattito attuale sui sistemi di pagamento: il futuro del contante, che nonostante la digitalizzazione sempre più pervasiva, continua ad essere un pilastro dei sistemi monetari di molti Paesi, svolgendo un ruolo fondamentale, come definito nella domanda. Analizzando il tema della razionalizzazione dei costi di gestione del contante, che va dalla stampa alla distribuzione di banconote e monete, ritengo fondamentale porre l’attenzione sulla razionalizzazione che potrebbe giungere dalla ottimizzazione della logistica, attraverso la rimodulazione delle frequenze e la riduzione della distanza dei trasporti, sfruttando tecnologie come la tracciabilità in tempo reale , l’ottimizzazione dei percorsi, la programmazione e la standardizzazione.
Questo anche attraverso l ‘uso dell’intelligenza artificiale, che può coadiuvare l’automazione dei processi estendendo la sua efficacia ai sistemi di conteggio e valorizzazione delle banconote, al loro smistamento e alla verifica di autenticità.
L’utilizzo dell’intelligenza artificiale e di big data può agevolare nel prevedere la domanda di contante, ottimizzando la produzione e riducendo gli sprechi.
Inoltre, un contributo può arrivare dalla digitalizzazione dei processi amministrativi, utile nella gestione dei dati relativi al contante e alla semplificazione della contabilizzazione e della rendicontazione. La riorganizzazione della rete distributiva può avvalersi dell’analisi della densità della popolazione e delle abitudini di pagamento, contribuendo ad una miglior distribuzione dei punti di accesso al contante quali gli ATM, (strumento indispensabile a contrastare la cd. “desertificazione bancaria”) riducendo i costi di gestione e migliorando l’efficienza.
Altro aspetto, a mio avviso rilevante, emerge dalla necessità di promuovere una maggior collaborazione tra le banche centrali, gli Istituti di credito e le aziende di trasporto valori per condividere le best practice e coordinare al meglio tutte le operazioni che coinvolgono il contante sia lato trasporto che trattamento delle banconote e delle monete metalliche.
Per quanto concerne l’impatto ambientale, si possono adottare diverse misure che utilizzano materiali riciclati e a bassa produzione di carbonio per la produzione delle banconote, l’impiego di mezzi a trazione elettrica, la riduzione delle movimentazioni, la standardizzazione dei formati di banconote e monete che potrebbe semplificare i processi di produzione e di gestione.

Dal vostro punto di vista, cosa si dovrebbe fare per mitigare i rischi? Ha senso pensare oggi a scorte delle forze dell’ordine ai blindati?

I rischi che corre chi si occupa di trasporto e della custodia del denaro contante sono noti. Grandi e continui sono stati gli investimenti fatti dalle aziende del cash in transit e del cash management per implementare i livelli di sicurezza dei mezzi blindati, dei caveau e dei dipendenti, per la loro formazione sulla reazione ai rischi e sulle dotazioni di sicurezza, ma l’attenzione non può essere abbassata e tanto si dovrà fare in futuro.
La criminalità, il cui unico scopo è appropriarsi dei valori, dimostra di sapersi evolvere continuamente adottando strumenti sempre più all’avanguardia, facendo grande uso di armi, esplosivi e strategie d’attacco sempre più sofisticate ed aggressive.
La suggestione di affiancare le Forze dell’Ordine alle nostre Guardie Giurate si deve purtroppo confrontare con diverse criticità dettate dalla carenza di agenti e dalla inadeguatezza dei mezzi a loro disposizione, che non rispondono ai requisiti minimi di sicurezza per affrontare la violenza perpetrata dai criminali.
Resta però fondamentale stringere con le FF.OO sempre più intense collaborazioni, implementando il già fitto scambio di informazioni e di dati sui trend criminali che mirino a prevedere e contrastare i crimini legati al contante. In conclusione, la mitigazione dei rischi legati agli attacchi richiede un approccio sistemico che coinvolga istituzioni e attori sociali.
Sono convinto che non esista una soluzione semplice ed immediata ma, attraverso una combinazione di misure tecnologiche, fisiche ed organizzative, sarà sicuramente possibile ridurre la vulnerabilità di questi obiettivi.

Come vi proponete nei confronti dei sistemi di cash management che si stanno gradualmente entrando anche in Italia?

L’introduzione dei più evoluti sistemi di cash management in Italia potrà rappresentare un’evoluzione significativa nel modo in cui le aziende gestiscono il contante. Questi sistemi possono portare una serie di vantaggi, quali l’ottimizzazione e l’efficienza dei processi di gestione del contante e la riduzione degli errori manuali. Possono aumentare la sicurezza, grazie a sistemi di controllo avanzati, e favorire l’integrazione con altri sistemi aziendali.
Nonostante i succitati vantaggi, l’implementazione di un moderno sistema di cash management può presentare alcune sfide rilevanti, quali per esempio i costi iniziali.
L’acquisto e l’implementazione di un tale sistema richiede un investimento iniziale significativo e va affrontata la resistenza al cambiamento, la reticenza a adottare nuovi strumenti e processi. Non ultimo, l’integrazione del sistema di cash management con altri software aziendali può richiedere tempo e risorse che non sempre sono a disposizione.
In conclusione, i sistemi di cash management rappresentano sicuramente una soluzione innovativa per migliorare la gestione del contante delle aziende italiane di cash in transit e cash management.
Tuttavia, per trarre il massimo vantaggio da questi sistemi, sarà fondamentale affrontare le sfide connesse alla loro implementazione e scegliere la soluzione più adatta alle esigenze, ben consci che la loro adozione comporterà necessariamente una “mutazione del dna” delle aziende per come sono oggi concepite. Uno sforzo notevole non facilmente affrontabile da tutti, in quanto le dimensioni delle aziende italiane sono ben lontane da quelle delle aziende straniere che hanno scelto di adottarle (Garda World, Prosegur, loomis, Brinks, per citarne alcune).

In conclusione, come si potranno superare le criticità che ha evidenziato?

In sintesi, si può concludere che la razionalizzazione del ciclo del contante sia una sfida complessa che richiede un approccio multidisciplinare ed una stretta collaborazione tra tutti gli attori coinvolti. Sarà indispensabile coordinarsi a livello sistemico e la spinta a proseguire lungo questa direzione deve venire dalla consapevolezza che i benefici potenziali saranno notevoli superando la resistenza al cambiamento e ricercando le risorse per gli investimenti necessari all’introduzione di nuove tecnologie e infrastrutture, che dovranno essere in grado di garantire la sicurezza e la continuità operativa.

 

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