Riconoscimento facciale, verso il bilanciamento sostenibile dei diritti

Maria Cupolo, avvocato/Privacy Officer, docente di securindex formazione, analizza gli aspetti normativi in vigore in Italia che regolamentano l'utilizzo del riconoscimento facciale, nella prospettiva di arrivare ad un modello etico e culturale per una "Governance dell'intelligenza artificiale", un tema di particolare interesse per il mondo del Retail che verrà sviluppato in occasione di SFR 2022.

In UK viene chiesto di regolamentare l’utilizzo del riconoscimento facciale nel retail per individuare clienti in black-list da respingere. Un impiego dei dati biometrici che, a quanto pare, in UK non è regolamentato. Qual è il quadro normativo a questo proposito in Europa?
Ritorniamo su un tema quale è quello dell’utilizzo di soluzioni di riconoscimento facciale per fare il punto sullo “stato dell’arte”. Occorre riflettere sull’utilizzo di questa tecnologia e, soprattutto, sulla necessità di avere una regolamentazione tenuto conto che sistemi tanto performanti, come nel caso verificatori in UK , se da un lato sembrano incontrare le esigenze di tutela di chi li utilizza (in questo caso una catena di supermercati), dall’altro, come sottolineato dai legali che hanno fatto ricorso contro questo impiego, espone a notevoli rischi i diritti e le libertà dei soggetti coinvolti.
E’ quanto mai attuale anche in Europa l’esigenza di avere regole chiare e un quadro all’interno del quale sia possibile individuare quali scelte possono essere fatte, quali tecnologie è consentito adottare e soprattutto quali tecnologie e soluzioni consentono di assolvere agli obblighi individuati, primi fra tutti la sicurezza e la tutela dei dati e, dunque, dei diritti e delle libertà delle persone coinvolte. È la necessità di regolamentazione che ha portato infatti il Comitato Consultivo della Convenzione 108, istituito presso il Consiglio d’Europa, ad adottare a gennaio del 2021 le linee guida che si fondano sui principi della Convenzione e forniscono una serie di misure di riferimento che governi, sviluppatori di sistemi di riconoscimento facciale, produttori, aziende e pubbliche amministrazioni dovrebbero adottare per garantire che l’impiego di queste tecnologie non pregiudichi la dignità della persona, i diritti umani e le libertà fondamentali.

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