DPCM 22 marzo, la sicurezza privata può continuare

Il DPCM del 22 marzo autorizza la prosecuzione delle attività di vigilanza privata e di installazione di sistemi di sicurezza sulla base dei codici Ateco 80.01 (Servizi di Vigilanza Privata), 80.02 (Servizi connessi ai sistemi di vigilanza) e 43.2 (Installazione di impianti elettrici idraulici e altri lavori di costruzioni e installazioni). La posizione di Marco Stratta, segretario generale di ANIVP.

I servizi di vigilanza privata potranno continuare a venir svolti anche dopo il 25 marzo, è una buona notizia. Cosa ne pensa?

La necessità prima di tutto è che si raggiunga al più presto una curva dei contagi che dia prospettiva, questo è l'unico viatico per sperare nel ritorno alla normalità.
Per il resto, ritengo fosse impossibile chiudere o limitare le attività di vigilanza privata e trasporto valori, sono anni che ci battiamo per il riconoscimento del loro ruolo economico e sociale. Il DM 269/2010 è stato voluto non solo per rispondere alle istanze europee ma anche per garantire una professionalizzazione del comparto: questa è l'occasione per dimostrare che il nuovo modello inizia a funzionare e che noi e i nostri uomini siamo pronti.
E credo che lo siamo, perché ho visto personalmente e mi viene descritta in queste settimane una realtà fatta di due elementi: disponibilità e poche polemiche. Il nostro settore, seppur noto per l'alto grado di conflittualità, sta in realtà reagendo alla grave crisi in atto in modo serio, professionale. Direi quasi concentrato e lo si vede, si sente. In questi giorni di posti di blocco e di controlli, se passa la macchina della vigilanza privata l'agente di Polizia dice "buon lavoro": ecco cosa intendo, ecco cosa dovrebbe accadere sempre.
Le istituzioni ed i media non ci hanno mai amato molto, ma oggi stanno capendo che anche noi siamo un elemento fondamentale perché gli ingranaggi del Paese girino in modo corretto; la visibilità ed il riconoscimento come comparto dobbiamo meritarcelo e mi sembra che stiamo deludendo nessuno.

E Il problema dei dispositivi di protezione individuale?

Questo era elemento connesso ad una grave carenza nazionale. Esaurite le scorte, le prime aziende che hanno iniziato a produrre hanno destinato tutto ai presidi sanitari. Oggi la situazione inizia a normalizzarsi ed è diventato più facile fornire al personale tutto il necessario. Sono sicuro che migliorerà sempre più.

La sicurezza non è solo vigilanza tradizionale, ma anche servizi non armati. Qual è la situazione?

In questo fine settimana le istituzioni sono andate un po' in ordine sparso; non lo dico io, ma quasi tutti i presidenti delle grandi confederazioni di datori di lavoro. Del resto, sull'argomento salute pubblica, in un caso di emergenza come questo, possono disporre contemporaneamente sindaci, presidenti di regione e governo centrale. Il DPCM del 22 marzo pare, pertanto, un compromesso che, riferendosi solo ai codici Ateco di attività, non riesce a rispondere in modo attendo a tutte le realtà di fatto. Molti servizi di supporto in ambito sanitario o nei supermercati, ma ne cito solo alcuni, non sono sempre svolti da guardie giurate ma da personale non armato. Come associazioni di categoria abbiamo già evidenziato il problema al Governo, non mancheremo di venirne a capo per garantire al nostro Paese in emergenza tutta la sicurezza di cui ha bisogno.

Leggi la comunicazione ANIVP del 23 marzo 2020

 

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