Allarme privacy in Svizzera, troppe telecamere

BernaHanspeter Thür, incaricato federale per la protezione della privacy - equivalente del nostro Garante - ha denunciato nel rapporto annuale sulle attività sulla protezione dei dati, pubblicato lunedì 1 Luglio scorso, «un inquietante aumento delle camere di videosorveglianza anche nelle toilettes e negli spogliatoi dei parchi e delle zone di svago pubbliche»

Il fenomeno costituisce una violazione della sfera privata delle persone, commenta Thür, sottolineando come i progressi delle tecniche d’informazione e di comunicazione e  la presenza del terrorismo a livello mondiale rappresentino in questo momento due grandi sfide per la protezione dei dati sensibili. La pubblicazione del rapporto coincide con i 20 anni dall'entrata in vigore della legge federale sulla protezione dei dati, emessa nel 1993 con l’obiettivo di proteggere i cittadini svizzeri contro il crescente rischio di violazioni della personalità ma già nel 1988  il Consiglio Federale  aveva lanciato un allarme in un messaggio al Parlamento circa  «la quantità sempre più importante di informazioni personali ottenute con l’ausilio di tecniche sempre più complesse». In vista della revisione della legge, l’incaricato federale per la protezione dei dati ha approfittato di questo giubileo per lanciare un dibattito sull’avvenire della protezione dei dati, dovendo conciliare la tutela della sfera privata dei cittadini e la loro sicurezza.

a cura di Cristina Isabella Carminati – riproduzione riservata
 

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