Vigilanza privata, la categoria sempre più divisa sul nuovo CCNL

Roma - Dopo l’incontro del 26 novembre scorso tra ASSIV (Confindustria) e Legacoop con le organizzazioni sindacali della guardie giurate per proseguire nella trattativa per il rinnovo del CCNL, scaduto nel 2008, anche le associazioni datoriali facenti capo a Federsicurezza (Confcommercio) hanno chiesto alle controparti di riprendere il confronto convocandole per il 18 dicembre, dopo essersi sfilate dal tavolo nel 2011. Com’è noto, la loro posizione non era compatibile con la linea condivisa da ASSIV, Legacoop e le stesse organizzazioni sindacali dei lavoratori di disciplinare, con apposita contrattazione all’interno del contratto delle guardie giurate, anche i servizi di vigilanza non armata, i cosiddetti “servizi fiduciari”.

Il tema è di grande importanza per il futuro della categoria: la disciplina dei servizi non armati è alla base di un dissidio tra le diverse anime della vigilanza privata circa gli strumenti per affrontare il cambiamento in atto nel mercato, che interessa oltre 20.000 posti di lavoro nei servizi di piantonamento.

La crisi economica e le tecnologie sostitutive hanno accelerato l’avvento dei servizi non armati che, non essendo configurati giuridicamente in una specifica categoria, non hanno finora avuto un contratto collettivo unitario. Un vuoto normativo e contrattuale, che ha finora consentito di porre in essere modalità concorrenziali incontrollabili, con la sistematica sostituzione di guardie giurate armate con personale non armato, non addestrato e, soprattutto, sottopagato, ricorrendo talvolta a cooperative fittizie ed a contratti atipici per abbattere i costi.

Secondo Silverio Davòli, esperto del settore per la società di consulenza internazionale Cross Border, i servizi body rental (piantonamenti) anche in Italia sono destinati a diventare nel prossimo futuro appannaggio del facility management; le stesse G4S, Securitas AB e Prosegur sono in realtà operatori di questo settore, con all’interno sezioni dedicate alla gestione dei servizi di sicurezza secondo le modalità previste in ogni Paese in cui operano.

Fino ad ora, ASSIV e Legacoop hanno espresso fermamente la volontà di governare questo cambiamento epocale dall’interno del sistema normativo e contrattuale che regola la vigilanza privata, mentre Federsicurezza ha sostenuto la linea opposta, ritenendo che i servizi non armati debbano trovare un inquadramento del tutto autonomo. Si vedrà nei prossimi giorni come evolverà il quadro, dal quale dipenderanno in larga misura le sorti della vigilanza privata italiana.

A cura di Raffaello Juvara

 

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