Un trasporto che è costato 9.833 volte più caro

Da Il Corriere della sera – Cronache di Bergamo del 17 gennaio.

Basta moltiplicare 30 euro per 9.833 per ottenere 295 mila (Euro). Questo è l’ammontare del bottino rapinato, lo scorso 7 gennaio, al casello di Seriate da tre banditi armati di pistola ai danni della Società Autostrade che aveva caricato l’incasso di una giornata di pedaggi in A4 su un suo Fiorino, guidato da due dipendenti. I 30 euro sono, invece, la tariffa del cosiddetto «punto ritiro», cioè quanto sarebbe costato il medesimo servizio di trasporto espletato da due guardie, armate e con giubbotto antiproiettile su un mezzo blindato.

Meno di 10 pedaggi da casello a casello sulla tratta Bergamo-Milano. Se la società Autostrade si fosse servita di un servizio trasporto valori, con le modalità previste dal Decreto Maroni, forse le cose sarebbero andate diversamente. Entrato in vigore nel dicembre del 2010 per regolamentare il comparto, il dispositivo prevede anche una seconda ipotesi pratica che la Società Autostrade avrebbe potuto adottare. Se, per esempio, i 295 mila euro di pedaggi fossero stati custoditi in una valigetta a chiusura elettronica con il sistema di macchiatura delle banconote, il servizio avrebbe potuto essere svolto anche da una sola guardia giurata a bordo di una macchina non blindata. Una scelta obbligata non per legge (non vige nessun obbligo in materia, per esempio la stessa società Autostrade è privata e agisce in autonomia) ma suggerita, oltre che dal buon senso, anche dal portafoglio. Già, perché un servizio di trasporto valori ha un prezzo variabile che parte da 21 euro a «punto ritiro» per arrivare a un massimo di 100. Il tariffario è abbordabile e funziona con un’economia di scala: tanti più sono i clienti presso i quali si rilevano le somme di denaro - banche, centri commerciali, supermercati, negozi - tanto meno costa il servizio. Mediamente un furgone blindato effettua un turno seguendo un «foglio di marcia» che comporta diversi punti di raccolta: dieci, quindici anche quaranta. Un prelievo, chiamiamolo seriale, che ottimizza e abbatte i costi, a vantaggio della sicurezza della somma consegnata. Nel momento in cui viene affidata al portavalori, infatti, è come se si trovasse già in cassaforte, e nel caso malaugurato di una rapina, ne risponde l’assicurazione dell’azienda incaricata che rifonde in toto la cifra.

«Non avvalersi di personale e mezzi specializzati può essere un pericolo non soltanto per chi esegue il trasporto, come nel caso dei due addetti della società Autostrade, ma anche per altre persone che, incidentalmente, potrebbero andarci di mezzo». A sostenerlo è Antonio Staino presidente di Assovalori, l’Associazione professionale delle aziende di Trasporto valori. In Italia gli addetti del settore sono circa seimila, di cui 4.500 guardie giurate in azione con 1.600 mezzi, con una professionalità in costante crescita: «Un tempo i soldi viaggiavano da una filiale di una banca all’altra con le macchine dei commessi e dei fattorini». Ma il fai da te, coi tempi che corrono, è bandito (nel vero senso della parola). «L’attività di trasporto e gestione fisica dei valori è aumentata anche per piccole somme», prosegue Staino. «Quella che è diminuita è la frequenza dei ritiri, soprattutto negli esercizi di piccole dimensioni».

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