GDO, provvedimenti del Garante per TVCC in violazione dello Statuto dei Lavoratori

Entrate nel  mirino del Garante sei società della grande distribuzione con sistemi di videosorveglianza non a norma.

La legittima esigenza di tutelare il patrimonio, di proteggersi da furti e rapine con impianti di videosorveglianza non autorizza i supermercati a operare in violazione delle libertà fondamentali e della dignità di dipendenti e clienti.

Il Garante lo ha ribadito con la  comunicazione n. 380 del 31 ottobre scorso, in seguito ai risultati di un'attività ispettiva nel settore della grande distribuzione, che ha rilevato come numerose società non avessero rispettato le garanzie previste dallo Statuto dei lavoratori, dalla normativa sulla privacy e dal provvedimento generale in materia di videosorveglianza predisposto dalla stessa Autorità. A seguito degli accertamenti disposti dal Garante, è emerso, per esempio, che tra le società sottoposte a ispezione, cinque non avevano ottenuto un preventivo accordo sindacale o richiesto l'apposita autorizzazione al competente ufficio del Ministero del lavoro [doc. web n. 2605290, 2578071, 2577203, 2577227 e 2691507]. A tal proposito, l'Autorità ha sottolineato che non è sufficiente che i lavoratori siano stati informati o che abbiano addirittura acconsentito all'installazione del telecamere per far venir meno le specifiche tutele previste dalla normativa o lo stesso divieto di controllo a distanza. Una sesta società [doc. web n. 2683203], a differenza dalle precedenti, aveva sì ottenuto l'autorizzazione dell'ufficio ministeriale a installare l'impianto di videosorveglianza, ma non ne aveva poi rispettato tutte le prescrizioni.

Dalle verifiche condotte, sia a campione sia in seguito a segnalazioni, dal Nucleo Speciale Privacy della Guardia di Finanza, sono state riscontrate anche altre violazioni: alcuni esercizi commerciali conservavano le immagini per un arco temporale non giustificato da esigenze specifiche (per  esempio, per ripetuti furti o rapine) così come invece stabilito dal provvedimento generale del Garante in materia di videosorveglianza. Due dei supermercati controllati dal Garante, inoltre, non avevano provveduto a segnalare adeguatamente la presenza delle telecamere con appositi cartelli o avevano omesso di indicare chi fosse il titolare del trattamento. Il legale rappresentante di un supermercato aveva addirittura dichiarato al nucleo ispettivo che l'impianto di videosorveglianza non era in funzione, salvo poi doversi smentire di fronte alle evidenze raccolte.

L'Autorità ha dichiarato illecito il trattamento dei dati personali effettuato dalle sei società tramite i sistemi di videosorveglianza e ha disposto che tutti gli esercizi commerciali si adeguino entro trenta giorni alle misure prescritte alla luce della normativa sulla privacy e dallo Statuto dei lavoratori. Sono in arrivo ulteriori provvedimenti nei confronti di altre società della grande distribuzione. 

A cura della Redazione

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