Travel Risk Management, opportunità e limiti di una disciplina in via di sviluppo in Italia
Si parla di Travel Risk Management (TRM) dopo il caso Bonatti e la sentenza di condanna penale per i rappresentanti legali (leggi). essecome ha intervistato Roger Warwick, founder e CEO di Pyramid Temi Group srl, che partecipa come delegato di UNI al TC 262 che sviluppa la norma di linee guida ISO 31030 per la gestione dei rischi legati alle trasferte, chiedendo anche una valutazione sui collegamenti di questa disciplina con la tematica della regolamentazione delle PMSC (Private Military Security Companies).
"La disciplina del Travel Risk Management consiste nell’individuare, in anticipo, i potenziali rischi connessi alle trasferte che il personale effettua per conto di un’organizzazione, e provvedere a fornire appropriata assistenza secondo i livelli di rischio accertati. La prima domanda da porsi è: come individuare i rischi? Il web è ricchissimo di contenuti sullo status di rischio dei Paesi, e molti di questi sono validi, ad esempio le informazioni contenute nei siti governativi. Queste informazioni non sono però sufficienti per effettuare un’accurata valutazione dei rischi. Basti pensare al concetto di Threat Assessment (Valutazione delle Minacce), i cui risultati non dipendono solo dal rischio Paese, ma sono condizionati anche dall’ambiente, dal profilo del viaggiatore o dal periodo in cui avviene la trasferta. Un lavoro di questo tipo può essere svolto solo da chi ha profonda conoscenza del Paese, del settore e grande esperienza sul campo. In Italia, se da una parte il grande rilievo mediatico dato dal caso Bonatti ha portato a una maggiore attenzione sul Travel Risk Management, il risvolto negativo della medaglia è che oltre all’interesse sono aumentati anche la confusione e l’improvvisazione..."
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