Tribunale di Milano: richiesti 2 milioni per sistemi sicurezza, basta istituti vigilanza
16 varchi con metal detector, controlli radiogeni e badge di riconoscimento per tutte le categorie di frequentatori del Tribunale, compresi magistrati, avvocati e cancellieri; 350 telecamere di ultima generazione con video analisi, centralizzate in una control room; oltre 500 videocitofoni per l’ingresso nelle zone e nelle aule delimitate; sostituzione delle guardie giurate con agenti di corpi dello Stato.
Questi i punti salienti del progetto elaborato dal procuratore generale Roberto Alfonso, approvato il 14 luglio dalla Conferenza permanente del capi ufficio e dirigenti amministrativi del Tribunale di Milano, e che verrà inviato prima della pausa estiva al Ministero della Giustizia per l’approvazione, il finanziamento e la programmazione dei lavori.
Il progetto prevede un investimento in tecnologie stimato in circa 2 milioni di euro e il ritorno all’impiego di personale delle forze dell’ordine “sia per maggiore efficacia che per ragioni di decoro interno e di percezione esterna della sicurezza”, sulla scorta di quanto già in essere in altre sedi delicate come Roma e Palermo.
Mentre le ultime dichiarazioni di Giardiello potrebbero scagionare la guardia giurata, addetta al controllo del varco dal quale lo stesso Giardiello era transitato il giorno della strage, dall’accusa di omicidio e concorso colposo in quanto l’arma sarebbe stata introdotta nel Tribunale tre mesi prima, gli istituti di vigilanza potrebbero venire estromessi da uno degli obiettivi sensibili più rappresentativi del concetto di sicurezza partecipata, che l'attuale normativa assegna ai soggetti in possesso dei requisiti previsti dal DM 269/2010.
Proprio l'applicazione e il rispetto di questa previsione sono ora al centro dell'attenzione del tavolo di consultazione tra il Ministero dell’Interno e le parti sociali della vigilanza privata (leggi). Le motivazioni delle “ragioni di decoro interno e di percezione esterna della sicurezza” per estromettere le guardie giurate dal Tribunale di Milano dovranno necessariamente venire approfondite da quel gruppo di laoro, per individuare possibili azioni correttive a tutela della riforma e dell'intera categoria.
A cura della Redazione