La Fondazione Enzo Hruby e la società ATLAS per la chiesa di Sant’Ambrogio a Rozzano

Milano, 11 dicembre 2020 - Vero e proprio gioiello artistico, la chiesa di Sant’Ambrogio è sorta a Rozzano nell’XI secolo, in quel lembo della Lombardia che divenne parte del disegno del Naviglio Pavese. Lungo questo corso d’acqua che si snoda da Milano a Pavia ci sono tanti piccoli borghi ricchi di antiche chiese e di cascine, di castelli, di piccoli musei e di grandi meraviglie come la Certosa di Pavia.
La Chiesa di Sant’Ambrogio a Rozzano è parte di quel patrimonio definito “minore”, che mirabilmente diffuso su tutto il territorio nazionale insieme ai monumenti più celebri costituisce l’essenza e la più grande risorsa dell’Italia. La chiesa di Sant’Ambrogio fa parte del 70% di beni culturali che in Italia appartengono al patrimonio ecclesiastico e che sono particolarmente esposti agli episodi criminosi, come dimostra il fatto che le chiese sono i luoghi dove avviene il maggior numero di furti di beni culturali. Sant’Ambrogio è stata oggetto del più recente intervento di protezione sostenuto dalla Fondazione Enzo Hruby, in collaborazione con la società ATLAS di Buccinasco (MI), la quale ha realizzato un avanzato sistema di sicurezza e di videosorveglianza offrendo un proprio contributo concreto.

La chiesa di Sant’Ambrogio racchiude opere importanti, tra cui affreschi attribuiti a Bernardino Luini, al Bergognone, a Morazzone e anche ad un artista di scuola bramantesca. Inoltre, al suo interno si conserva un pregevole organo ottocentesco opera del maestro Giuseppe Bernasconi, capostipite della famiglia di organari che ha realizzato anche il maestoso organo della chiesa romana di San Giovanni in Laterano. La chiesa, molto cara alla popolazione locale, è purtroppo salita nel 2019 agli onori delle cronache a causa di ripetuti episodi di incendio doloso, che hanno provocato il danneggiamento di due altari e di un leggio.

L’intervento sostenuto dalla Fondazione Enzo Hruby ed eseguito dalla società ATLAS ha avuto come oggetto la realizzazione di un avanzato sistema antintrusione e di videosorveglianza che ha permesso di offrire un’adeguata protezione e un controllo costante dell’edificio e delle opere d’arte in esso contenute.
Per una valida protezione antintrusione sono stati installati all’interno della chiesa rivelatori volumetrici di ultima generazione dotati dell’importante funzione antimascheramento – ovvero in grado di rilevare eventuali tentativi di manomissione dei sensori – che si attivano ogni volta che rilevano la presenza di un intruso.
Per offrire una protezione costante e sempre attiva alle opere di maggior pregio presenti nell’edificio è stata inoltre predisposto un secondo livello di sicurezza, ottenuto con sensori a tenda adeguatamente dislocati in particolari punti della chiesa, attivi anche durante l’apertura, e che quindi consentono ai fedeli e ai visitatori la fruizione del luogo tutelando al tempo stesso i suoi tesori.
Per ottenere una protezione ancora maggiore, è stato inoltre realizzato un avanzato sistema di videosorveglianza su rete IP composto da diverse telecamere Day&Night antivandalo che si caratterizzano per offrire un’ottima visione notturna, posizionate all’interno e all’esterno dell’edificio e in grado di offrire un controllo completo di questo luogo. Le immagini ad alta risoluzione riprese dalle telecamere vengono costantemente registrate su NVR e possono essere visualizzate tramite il monitor collocato nella postazione di controllo. Inoltre, possono essere visualizzate anche tramite app su smartphone.
Dato il contesto di alto valore artistico, sottoposto ai vincoli della Soprintendenza, l’azienda di installazione ha optato per un sistema senza fili che consentisse di non intaccare minimamente la struttura architettonica.
Unica eccezione è rappresentata dal cablaggio del sistema di videosorveglianza, per il quale sono state studiate nei minimi dettagli soluzioni non invasive che hanno permesso di tutelare al massimo l’estetica degli ambienti e dei manufatti esistenti.
Il risultato ottenuto è di altissimo livello e ha consentito di proteggere adeguatamente la chiesa e i manufatti artistici in essa contenuti, offrendo un modello virtuoso di protezione che può essere adottato in migliaia di contesti analoghi.

"Sostenere la protezione della chiesa di Sant’Ambrogio" – ha dichiarato Carlo Hruby, Vice Presidente della Fondazione Enzo Hruby – "rappresenta per la nostra Fondazione la prosecuzione del proprio impegno a favore del patrimonio ecclesiastico e del patrimonio minore, nonché l’occasione per comunicare le importanti possibilità che oggi la tecnologia offre per la protezione dei nostri beni culturali, che devono essere tutelati in maniera costante e sempre attiva, proprio come è avvenuto per questo gioiello sul Naviglio Pavese. Il progetto realizzato a Rozzano è un modello non solo per l’eccellenza dell’intervento, ma anche perché mette in luce i risultati importanti che si possono ottenere attraverso la collaborazione. La sensibilità e l’attenzione dimostrate dalla società ATLAS verso la protezione di un bene del proprio territorio dimostrano chiaramente che la conoscenza dei nostri beni, la consapevolezza del loro valore e il senso di appartenenza al tesoro che ci circonda sono le basi su cui si fonda la tutela del patrimonio culturale italiano e la possibilità di valorizzarlo al meglio."

"Grazie alla collaborazione con la Fondazione Enzo Hruby" – ha dichiarato Emilio Guidobono Cavalchini, titolare di ATLAS - "siamo riusciti a realizzare un impianto di antifurto e videosorveglianza per la chiesa di San’Ambrogio a Rozzano. Certamente non è stata un’impresa facile in quanto il cablaggio delle telecamere non prevedeva una predisposizione, quindi portare i cavi all’interno ed esterno della chiesa senza intaccare in nessun modo la struttura e in modo totalmente invisibile agli occhi, è stato un ottimo lavoro da parte dei tecnici installatori. ATLAS ha sempre cercato di rispettare i luoghi in cui opera con un lavoro discreto e curato nei minimi dettagli favorendo un risultato efficace in termini di sicurezza e allo stesso modo poco impattante nel contesto in cui si trova."

www.fondazionehruby.org

 

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