Post-pandemia: sicurezza privata e risparmio di risorse pubbliche. Lettera aperta alla Ministra dell’Interno Luciana Lamorgese
Gentile Signora Ministra Lamorgese,
Le scrivo in quanto direttore responsabile della rivista essecome e del sito www.securindex.com, testate che si occupano di sicurezza dal 1981, assumendomi la responsabilità di dar voce alla filiera della sicurezza privata italiana che, tra guardie giurate, operatori non armati e figure tecniche, si stima occupi 200.000 addetti e fatturi circa 10 miliardi.
Fin dall’inizio della pandemia, Lei ha pubblicamente espresso preoccupazione per quello che potrebbe accadere dall’autunno in poi sul piano sociale, con i possibili riflessi sulla sicurezza pubblica.
Le Sue preoccupazioni sono condivise anche dagli osservatori privati.
Ci si chiede cosa succederà quando cesseranno i sostegni di emergenza, come il blocco dei licenziamenti e la cassa integrazione in deroga, e migliaia di imprenditori dovranno constatare che il loro business è finito perché sono cambiati necessità, abitudini e modelli organizzativi dei loro clienti abituali. Le prospettive della perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro fanno temere violenze di piazza, impennate dei reati predatori, infiltrazioni della criminalità organizzata nell’economia sana del nostro Paese.
Se c’è voluto il coronavirus per far comprendere quanto sia importante la corretta integrazione tra sistema sanitario pubblico e strutture private per difendere la salute dei cittadini, ora non si vorrebbe fosse un’altra emergenza a far scoprire l’importanza della collaborazione tra pubblico e privato per difendere la sicurezza degli stessi cittadini.
Nei mesi scorsi, le guardie giurate e gli operatori di sicurezza hanno dimostrato quanto possono contribuire all’ordine pubblico anche in condizioni limite, presidiando strutture sanitarie e supermercati, assicurando il rifornimento di denaro a banche e uffici postali, vigilando su fabbriche e magazzini chiusi per il blocco. Su un fronte diverso ma complementare,
migliaia di tecnici hanno mantenuto ovunque in efficienza i sistemi di sicurezza, videosorveglianza e reti IP di uffici pubblici, obiettivi sensibili, abitazioni private.
Tutti i soggetti che operano nella sicurezza privata hanno collaborato con lo Stato durante la pandemia, pur senza un coordinamento centrale né riconoscimenti organici della “sussidiarietà” del loro lavoro a fianco delle Forze dell’Ordine.
Signora Ministra Lamorgese, con spirito costruttivo e con la dovuta consapevolezza dei limiti della stampa, mi permetto chiederLe se non ritiene sia il momento di ripensare al ruolo della filiera privata affinché lo Stato possa avvalersi in modo concreto e programmato del suo apporto, in particolare, ma non solamente, nelle situazioni di emergenza.
L’avvio di una nuova stagione di dialogo tra il Suo Ministero e le parti sociali che rappresentano le categorie del settore potrebbe valorizzare la collaborazione funzionale di donne e uomini competenti e di strutture tecnologicamente evolute, risparmiando nel contempo risorse pubbliche in una fase di particolare difficoltà per il nostro Paese.
La ringrazio fin d’ora per la cortese attenzione.
Raffaello Juvara, direttore di essecome - securindex.com
Scarica l'editoriale del direttore di essecome online 5/2020