Riconoscimento facciale allo Stadio Olimpico, ma il sistema non sarà in rete

La richiesta di autorizzazione al Garante della Privacy era stata presentata mesi addietro dalla Prefettura di Roma, per poter identificare gli autori di eventuali reati commessi all’interno dello stadio durante le partite, attraverso il confronto delle immagini raccolte dalle telecamere posizionate sugli spalti con quelle del viso degli spettatori acquisite all’ingresso, associate al biglietto nominativo.

I dati biometrici degli spettatori verranno conservati per 7 giorni dalla Questura di Roma e saranno cancellati se non più necessari per accertamenti di polizia.
Le minacce di azioni terroristiche e di violenze all’interno degli stadi da parte dei tifosi hanno indotto il Ministero dell’Interno a richiedere l’autorizzazione al Garante, per la prima volta in Italia, a impiegare tecnologie di acquisizione di massa di dati biometrici.

Il presidente dell’Autority, Antonello Soro, ha così commentato la determinazione: “Abbiamo valutato come proporzionata la misura scelta dalla polizia italiana. La nostra legge sulla privacy riserva disposizioni precise quando il trattamento dei dati personali avviene da parte delle forze di polizia per finalità di tutela dell’ordine pubblico, di prevenzione, accertamento o repressione dei reati”.
A proposito della sicurezza dei dati raccolti, Soro ha precisato: “Abbiamo chiesto la protezione fisica e logica dei server in cui sono custoditi i dati biometrici. Altro aspetto importante è che le informazioni non saranno trasmesse all’esterno per via telematica, perché il sistema di raccolta non è connesso con reti esterne. Il responsabile dei dati raccolti all’Olimpico sarà il questore di Roma e sarà fatta una selezione puntuale su chi materialmente dovrà gestirli”.

A cura della Redazione

 

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