Intelligenza Artificiale e Sicurezza, l’inevitabile incontro
Uno dei grandi temi di questo periodo è l’Intelligenza Artificiale (AI), descrivibile in estrema sintesi come la capacità dei calcolatori di effettuare “scelte”, una proprietà tipica della mente umana. Scenari fantascientifici a parte, gli ambiti applicativi di questa disciplina (o tecnologia?) sono intuitivamente infiniti ma la sicurezza è uno dei campi di prova più diretti e immediati.
Per capire cosa sia in realtà la AI e cosa l’industria della sicurezza possa ragionevolmente aspettarsi nell’immediato futuro, essecome/securindex.com ha chiesto a un “tecnologo” come Frediano Di Carlo di fare un punto della situazione.
La sua risposta è un articolo pubblicato in un e-book (clicca qui per scaricarlo), introdotto dall’intervista che segue:
Quali sono i collegamenti tra metadata e Intelligenza artificiale (AI)?
Come si vede nell’articolo pubblicato nell’e-book, alla base della AI ci sono le seguenti attività: Far apprendere alle macchine informazioni di base; in altri termini ‘dotare le macchine di esperienze specifiche’ Implementare algoritmi che, in base a tali informazioni, permettano loro di prevedere un risultato; come dire ‘dotarle di ragionamento’ Per attuare il primo punto abbiamo bisogno di dati da fornire alle macchine, in diversi casi in quantità non trascurabili; viene spontaneo pensare che una di queste fonti possa essere un DB di Metadati, che dopo un determinato periodo di tempo avrà certamente accumulato le quantità sufficienti. Il secondo punto richiede studi e aggiornamenti costanti, data la continua evoluzione delle tecniche di settore, tipiche attività da enti di ricerca, istituzioni universitarie, ecc.
Quali sono le possibilità di applicazione immediate della AI nel campo della sicurezza, come si deduce dall’esempio citato nell’articolo della lettura targhe? Quali sono le applicazioni per il riconoscimento facciale in chiave anti terrorismo?
Per non trascurare le mie origini professionali, mi sento di affermare che nel campo della sicurezza fisica assisteremo, anche a breve, a ricadute interessanti di queste tecniche, anche in alcuni settori che hanno raggiunto una decisa maturità. Un esempio significativo è rappresentato dai diversi studi applicati alla protezione perimetrale, in sperimentazione in diversi aeroporti degli USA; questi si sono concentrati in due distinte direzioni: il processamento dei segnali dei sensori di rilevamento; per fare in modo che le analisi siano sempre più accurate e, soprattutto, per eliminare tutti quei fenomeni che generano allarmi impropri e studiare il contesto legato all’uomo in procinto di violare il perimetro; es. presenza di mezzi di ausilio allo scavalcamento, comportamenti tipici, ecc., ciò ovviamente al fine di prevenire l’evento Questo comunque è nulla in confronto alla quantità di studi, e investimenti, nel campo contro il terrorismo. Negli USA sono state sviluppate diverse piattaforme SW dedicate, definite Intelligent Software Solution, tra cui la più famosa si chiama Dfuze, tanto da coniare l’appellativo, per le FF.OO. che ne fanno uso, di ‘Polizia Predittiva’, che richiama molto la Precog di Minority Report, salvo che nel film le precognizioni le avevano tre individui queste invece sono delle macchine.
Quali sono gli interlocutori italiani che possono utilizzare queste nozioni per sviluppare loro soluzioni/applicazioni nel settore sicurezza?
Abbiamo detto che gli ambienti più adatti sono quelli legati al mondo della ricerca, ma lo stesso vale nel il campo della Video Analytics per sviluppare algoritmi sempre più elaborati e precisi, potremmo dire sempre più intelligenti. In Italia abbiamo diverse realtà del genere che operano in questo secondo campo, due esempi per tutti (non me ne vogliano gli altri) A.I. Tech di Salerno e Technoaware di Genova, la prima è uno spinoff universitario, la seconda ha una convenzione permanente, e un laboratorio congiunto, con il Dipartimento di Ingegneria Biofisica ed Elettronica dell’Università di Genova (DIBE); chi meglio di loro potrebbero implementare tecniche di AI? Disporrebbero alla fonte dei Metadata prodotti dai loro algoritmi e potrebbero facilmente migliorare parte di essi, o implementarne di nuovi.
A cura della Redazione
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